Rifare l’Italia con giovani e scuola
Una classe dirigente da rigenerare, partendo dall’educazione
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - CONVEGNO BERTOLISSI. SA SIN: BERTOLISSI, UMBERTO VINCENTI, GIOVANNI SALA, POSSAMAI, FUMIAN, JORI
Ripartire dall’educazione, quindi dall’università ed ancor prima dalla scuola, per permettere alle giovani generazioni di diventare una classe dirigente rigenerata, forte di una ritrovata integrità etica e morale. Parole dal fascino antico nell’aula magna del Bo, dove alcuni tra i più eminenti professori dell’ateneo si sono ritrovati a discutere di rinnovamento normativo e dell’esigenza di adeguare le istituzioni ai tempi. A offrire lo spunto due recenti pubblicazioni di Mario Bertolissi, ordinario di Diritto Costituzionale: “Piccoli Prìncipi. Notabilato locale e crisi della rappresentanza politica” (2016) e “L’Italia s’è desta: 7 proposte per riformare il Paese” (2017). Molte le ragioni, indicate dai relatori, che hanno portato alla situazione attuale, e che rendono difficile uscirne: da un lato una quantità spropositata di leggi, che tuttavia non vengono applicate («le leggi ci sono, ma chi pon mano ad esse?» dice, citando Dante, Giovanni Sala, professore di Diritto Amministrativo all’università di Verona); poi una «grave frantumazione in associazioni e corporazioni» (suggerisce Umberto Vincenti, ordinario di Diritto Romano), che impediscono di uscire da un’ottica individuale; e ancora la corruzione dilagante (secondo i dati della Guardia di Finanza, ricorda il giornalista Francesco Jori, un quinto delle inchieste per corruzione vengono aperte in Veneto) e la mancata crescita economica, che si riflette (osserva il professor Carlo Fumian, ordinario di Storia Contemporanea) sulla natalità che cala a picco. Un quadro a tinte fosche, su cui però i relatori hanno aperto uno spiraglio di speranza. Elaborando anche qualche suggerimento. Quanto a Bertolissi, anima del convegno, «dal suo libro traspare un certo pessimismo» chiosa il direttore del
mattino di Padova
Paolo Possamai, che ha moderato l’incontro «ma è radicalmente contraddetto dalla dedica iniziale, che è rivolta ai giovani. La speranza è in loro, e nella loro capacità di riscatto».
(s.q.)
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