Rilancio del centro storico dopo anni di “anonimato”

Il centro storico torna a essere un polo commerciale attrattivo: sette nuove attività si sono insediate nel cuore di Monselice. Nonostante la crisi economica che investe svariati settori, accanto alle serrande abbassate spuntano nuove attività che scommettono sul “ciotolo”.
«Tirerò le somme al 24 dicembre, ma sinora gli incassi sono superiori al 2018», commenta Barbara Battistella, titolare di Eliografica, «a febbraio saranno trascorsi due anni dall’apertura dello store e mi sono accorta che c’è un cambio di mentalità da parte delle persone, c’è la voglia di ritornare a fare compere in centro. Le iniziative promozionali e l’abbinamento tra negozi e cantine ha incentivato certamente il passaggio. E poi c’è stata una maggiore apertura e celerità ad accogliere idee e iniziative dei commercianti da parte dell’amministrazione comunale».
Alcuni negozianti però sottolineano che per far rivivere il centro storico c’è bisogno anche della collaborazione dei cittadini, attraverso scelte consapevoli, che favoriscano agli acquisti nella propria città invece che nelle provincie o nei centri commerciali.
«Io ho abbandonato il centro commerciale per accettare la sfida del centro storico» dice Andrea Sette, titolare di Gate 17, «ho lavorato per molti anni in una grande realtà commerciale e, anche se oggi è dura, rifarei questa scelta», dice guardando fuori dalla vetrina affacciata su via Roma. «Oltre a poter vedere la vita cittadina, i miei prodotti acquistano più prestigio qui che non all’interno di una struttura commerciale».
Sette non nasconde che, nonostante le iniziative messe in atto, c’è ancora strada da fare per il rilancio: «Mancano parcheggi comodi, ormai la gente vorrebbe entrare in negozio con l’auto e bisogna cercare di offrire le comodità che cercano».
Anche Silvia Maron, titolare di Dama atelier, ha scelto Monselice come sfida per il suo negozio di abbigliamento made in Italy: «Ho aperto qui da tre mesi, anche se sono originaria di Este. Le vendite stanno andando abbastanza bene, ma questa via è penalizzata rispetto alle altre». Anche se è una laterale della pedonale via Roma, via Battisti soffre molto della mancanza di attenzioni per attrarre nuove attività economiche. Sono ben sette i negozi sfitti con le serrande abbassate. «Se fosse pedonale, con attività di intrattenimento, credo che le persone la frequenterebbero molto di più e di conseguenza anche i negozi avrebbero maggior visibilità» conclude Silvia.
«Le luminarie e gli addobbi di quest’anno, di ottimo gusto, hanno sicuramente incentivato il passaggio nel centro», racconta Chiara Rangon, titolare di Tricot lane e filati, «dobbiamo però essere noi commercianti per primi a spingere le vendite, con iniziative e idee originali che ci facciano contraddistinguere. Solo con un lavoro di sinergia tra amministrazione e commercianti riusciremo a rilanciare il nostro centro». A non favorire le vendite c’è anche a chiusura del sottopassaggio di via Valli. «Molti clienti non vengono più due o tre volte la settimana come facevano prima», racconta Giamapaolo Finessi, titolare de La Pescheria. «C’è un buon giro di gente, però si deve fare qualcosa di più per permetterci di lavorare meglio».
Un bilancio comunque positivo, che sta attraendo anche altre realtà commerciali: nel 2020 apriranno un nuovo bar negli spazi dell’ex negozio Temporin e una nuova attività commerciale, tenuta ancora segretissima da Ascom. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova