Rimpallo tra ospedali per la visita di un paziente disabile

MONSELICE. Un fastidioso rimpallo con protagonista un paziente disabile. A denunciarlo è L.T., che racconta l’esperienza vissuta lo scorso 4 giugno al vecchio ospedale di Monselice: «Ho prenotato...

MONSELICE. Un fastidioso rimpallo con protagonista un paziente disabile. A denunciarlo è L.T., che racconta l’esperienza vissuta lo scorso 4 giugno al vecchio ospedale di Monselice: «Ho prenotato una prima visita odontostomatologica per un ragazzo diversamente abile. Arrivati in ambulatorio a Monselice, l’infermiera ha chiesto se il ragazzo fosse collaborante e, alla risposta affermativa, lo ha fatto accomodare sulla poltrona. Giunta la dottoressa, mi è stato però detto che c’era un errore di prenotazione». Per pazienti disabili, infatti, esiste un apposito ambulatorio a Schiavonia: «Sono tornata al Cup e l’impiegata, pur molto gentile, mi ha spiegato che l’ambulatorio in questione era privato e che lei non poteva prenotare la visita» continua la donna «Mi ha inoltre riferito che la visita per il paziente disabile doveva essere prenotata in un normale ambulatorio, proprio come quello da cui ero stata mandata via».

La prossima visita disponibile era il 24 giugno. «Mi sono sentita umiliata e mi sono adirata, tanto da non fissare l’appuntamento: mi chiedo perché mai quella dottoressa si fosse rifiutata di visitare il paziente». L’Usl 17 conferma l’accaduto, legato a un errore nella prenotazione, e si scusa: «Le persone diversamente abili che possono non essere “collaboranti” durante la visita vengono assistite nell’ambulatorio odontoiatrico dell’ospedale di Schiavonia. Tale ambulatorio non è affatto un servizio privato ed è ad accesso assolutamente gratuito: nell’ultimo anno ha assistito circa 200 pazienti. Purtroppo, una volta appurato l’errore, non è stato possibile visitare ugualmente il paziente a Monselice in quanto in quella sede non vi è personale adeguatamente preparato per la gestione di pazienti eventualmente non “collaboranti”». Lo stesso direttore generale Giovanni Pavesi ha contattato la signora per scusarsi del disguido. (n.c.)

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