“Ripudia”, campagna d’amore contro la guerra in Prato della Valle
Il letto di Emergency in occasione di San Valentino. L’azione ispirata da John Lennon e dalla sua compagna Yoko Ono

Con la campagna “Ripudia” i volontari di Emergency vogliono ribadire un messaggio che in questo periodo sembra essere stato dimenticato. «Durante la giornata degli innamorati, in una delle piazze più grandi d’Europa, ci teniamo a sottolineare l’importanza dell’amore e esprimere il nostro ripudio nei confronti della guerra», inizia Stefano Pozzi, uno dei promotori dell’iniziativa.

«L’articolo undici della nostra Costituzione ce lo conferma, anche se con tutte le tragedie che stanno accadendo, dalla strage a Gaza fino al conflitto ucraino, tendiamo a dimenticarlo».
Sotto un gazebo in Prato della Valle è stato posizionato un letto a due piazze e le persone che passavano hanno potuto scrivere un messaggio di pace e scattarsi una fotografia.
«L’azione è stata ispirata da John Lennon e dalla sua compagna Yoko Ono che nel 1969 si sono pubblicamente schierati contro la guerra del Vietnam stendendosi su un letto e recitando lo slogan “Fate l’amore e non la guerra”. Non solo Padova, ma altre cinque città italiane hanno ospitato per la prima volta l’evento, che – confermano i volontari – si ripeterà più volte nel corso di quest’anno».
Emergency è una realtà presente in dieci paesi nel mondo che si occupa di garantire assistenza sanitaria nelle zone di conflitto e promuovere una cultura di pace e rispetto dei diritti umani. «La guerra l’abbiamo toccata con mano e siamo convinti che fare informazione sia fondamentale per sensibilizzare i cittadini, soprattutto quelli più giovani».

Lucia e Simone si sono fermati a scattare una foto: «È importante che non si perda mai consapevolezza e lucidità. Siamo in un periodo difficile e uno dei modi che abbiamo per affrontare queste atrocità è informarci e rimanere vigili. Il ruolo della scuola in questo momento è fondamentale».
Una passante poi riflette su quanto «cambiare la narrazione di questi eventi e far risaltare iniziative di questo genere, soprattutto in città ricche e agiate come la nostra, è la chiave per costruire giorno dopo giorno una cittadinanza sempre più cosciente di ciò che le accade. Dobbiamo uscire dalla logica che la guerra sia l’unica strada per risolvere le controversie. La pace ci può essere e non può essere solo il Papa a dirlo. Noi cittadini dobbiamo prenderci una fetta di responsabilità».
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