Risolto il giallo del Montericco

Il cadavere è di un impiegato di Solesino scomparso da casa il 23 luglio: il vento lo ha mummificato
Di Francesca Segato
SERVIZIO PROPOSTO Vedute di Monselice: il monte Ricco e la Rocca. ph. Zangirolami Provincia\Belluco
SERVIZIO PROPOSTO Vedute di Monselice: il monte Ricco e la Rocca. ph. Zangirolami Provincia\Belluco

MONSELICE. È stato risolto ieri il giallo del cadavere ritrovato domenica pomeriggio nei boschi del Montericco. Le indagini dei carabinieri hanno permesso ieri di risalire alla sua identità: si tratta di David Polato, impiegato cinquantunenne residente a Solesino, uscito di casa da solo il 23 luglio scorso. Le ricerche dei carabinieri di Monselice sono partite dall’incrocio dei dati delle segnalazioni relative alle persone scomparse. È saltato fuori anche il fascicolo aperto il 23 luglio dai carabinieri di Solesino. Polato si era allontanato con la sua auto dall’abitazione di via Manzoni dove abitava con la mamma e la sorella Paola, e dove era tornato dopo la separazione dalla moglie. In precedenza aveva vissuto a Bassano del Grappa e poi a Mestre.

Lavorava a Venezia: era dottore commercialista, inquadrato come funzionario amministrativo all’Azienda Regionale Socio Sanitaria. Ma già nell’ aprile del 2012 si era licenziato. Aveva anche chiuso il conto corrente e dato disposizioni perché tutte le comunicazioni fossero inoltrate all’ex moglie. Una serie di comportamenti che, analizzati ora, lasciano intravedere uno stato di sofferenza personale. Anche se il cinquantunenne non risultava in cura per problemi di depressione.

In paese Polato non era molto conosciuto e viene descritto da tutti come una persona piuttosto riservata. Di lui si erano perse completamente le tracce, nonostante i familiari avessero fatto di tutto per ritrovarlo. Proprio alla sorella Paola è toccato il doloroso compito del riconoscimento, ieri mattina. Riconoscimento che è potuto avvenire grazie alle chiavi dell’auto, rimaste nella sua tasca, e agli indumenti, una maglietta a maniche corte, jeans e un paio di scarpe da ginnastica, gli stessi che portava quando si era allontanato di casa. L’uomo aveva con sé anche uno zainetto con pochi effetti personali, ma all’interno non c’erano documenti. Non ha lasciato lettere o biglietti per spiegare il suo tragico gesto, a meno che non siano andati distrutti per l’azione degli eventi atmosferici. Il corpo si presentava mummificato: a preservarlo in questi tre mesi è stata l’azione del vento di tramontana che soffia su questo versante affacciato a sud-ovest, tra l’Italcementi e Arquà Petrarca, circa a metà del colle. E anche il fatto che in quel punto, un bosco di alberi ad alto fusto, non filtrava praticamente la luce.

A ritrovare il corpo, domenica verso le 17, due escursionisti di Monselice, padre e figlio, avventuratisi fuori dai sentieri in cerca di funghi. Nonostante i numerosi sentieri del colle siano sempre molto battuti, ci sono vaste aree dove non passa mai nessuno. In un posto lontano dagli occhi di tutti Polato aveva deciso di compiere il suo gesto estremo, forse pensando di non essere mai ritrovato. Per fissare il funerale si attende ora l’autopsia, che verrà comunque eseguita sulla salma per chiarire senza ombra di dubbio le cause della morte, anche se si tratterà più che altro di una formalità.

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