Rogo Grenfell Tower, i genitori di Gloria a Channel 4
"Sentiamo un vuoto grande ma non sappiamo chi odiare". Consegnate alla polizia le ultime telefonate: «Ci sentivamo impotenti, non sapevamo come aiutarla»

Emanuela Disarò e Loris Trevisan durante l'intervista a Channel 4
CAMPOSAMPIERO. Loris Trevisan e la moglie Emanuela Disarò si raccontano per la prima volta. I genitori di Gloria Trevisan, la ragazza che il 14 giugno scorso ha perso la vita al ventitreesimo piano della Grenfell Tower di Londra insieme al fidanzato Marco Gottardi, hanno concesso una lunga intervista a Channel 4, emittente televisiva britannica. L’hanno fatto dopo essere stati sul luogo della tragedia, la maledetta torre nel quartiere di Kensington.
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«Ci sarebbe tanto da dire di Gloria. Fin da piccola era dolcissima, affettuosa, generosa. Amava abbracciare. Ogni tanto mi diceva: mamma mi abbracci? Era meravigliosa, mi manca tantissimo».
Perché sua figlia è a venuta Londra?
«Come ogni giovane voleva realizzarsi nel suo lavoro. Ma dove abitiamo noi non ci sono le opportunità che ci sono a Londra».
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Vostra figlia postava sui social foto scattate dall’appartamento. A lei piaceva tantissimo.
«Sì, le piaceva molto. Il nostro desiderio, chiaramente, era che rimanesse insieme a noi. Quando abbiamo visto che in poco tempo ha trovato il primo lavoro ci siamo messi il cuore in pace. Quello era proprio il suo lavoro, era quello a cui aspirava».
Gloria quella notte ha fatto in tutto sette telefonate, ognuna più drammatica dell’altra. Come vi sentivate?
«Ti senti impotente. Non sai come aiutare la persona che ami di più, la persona che è un pezzo di te. Come la aiuti? Con le parole? E poi non ci credi. È impossibile che a Londra succeda una cosa del genere, che non si riesca a scappare, a fare le scale. La prima chiamata è stata quella delle 2.38, mi diceva: “Papà c’è un problema. C'è un incendio”. Il fidanzato Marco mi diceva che c'erano i pompieri che non era niente di grave. Poi è stato drammatico e veloce. Troppo veloce. Si pensava che i soccorsi arrivassero in tempo. Per noi era un film, un incubo. La nostra testa non lo accettava. Con immagini di Rainews abbiamo capito che era tutto vero».
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Gloria ha lasciato messaggi alle persone care. Alcuni li avete registrati.
«Lei ha lasciato messaggi a noi, alla cugina Giorgia e alle sue amiche. Dentro quei messaggi ci sono sentimenti molto profondi che ora non mi sento di riferire. Sono cose intime, belle e forti».
Siete arrabbiati?
«Non saprei descrivere cosa ho dentro. Non lo so. Sento solo un vuoto grande. Sicuramente non ho odio, non so chi odiare».
L’indagine per la strage della Grenfell Tower continua. La famiglia di Gloria in questi giorni a Londra ha consegnato una chiavetta usb con le ultime telefonate della figlia. Telefonate in cui dice che i primi soccorritori hanno detto loro di rimanere all’interno dell’appartamento. Scelta che si è rivelata fatale.
e.ferro@mattinopadova.it
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