La Rsa costa duemila euro in più: stangata per le famiglie padovane
La denuncia dei sindacati dei pensionati di cgil, cisl e uil del veneto per gli anziani non autosufficienti. Rincari fino a 163 euro al mese per gli ospiti che sono senza l’impegnativa di residenzialità

«Rette alle stelle nelle case di riposo venete, anche padovane». Lo denunciano i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil del Veneto che monitorano costi e servizi della gestione degli oltre 30 mila degli anziani non autosufficienti ospiti nelle residenze.
Il rilevamento dei dati è avvenuto consultando quasi il 90% delle strutture residenziali venete. I tanto temuti aumenti delle rette nelle case di riposo venete rendono sempre più difficile la vita degli ultra 65enni non autosufficienti e delle loro famiglie.
I rincari senza impegnativa
A Padova rispetto al 2024 la retta nei Centri servizi anziani senza impegnativa di residenzialità è aumentata di 638, 75 euro all’anno, poco più di 53 euro al mese. Rispetto al 2023 il rincaro è più sostanzioso: più 1.960 euro all’anno, circa 163 euro al mese.

Non sono pochi. Nel 2023 la spesa giornaliera era di 90 euro, 2.705,70 al mese; l’anno scorso il costo giornaliero è aumentato di quasi 4 euro (circa 2.800 all’anno). Quest’anno l’importo è ancora più alto: 95,56 euro al giorno (2.866 al mese).
I rincari con impegnativa
Il costo delle rette con impegnativa di residenzialità è ovviamente meno oneroso. Ma i rincari ci sono e riguardano l’85% degli anziani non autosufficienti ospitati nelle strutture regionali. Rispetto al 2024 l’aumento è di 211, 70 euro all’anno, quasi 18 euro in più ogni mese. L’anno scorso le famiglie padovane pagavano una retta di 2.028 euro, quest’anno pagano 2.046 euro.
La situazione in Veneto
Padova è tra le città venete in cui gli aumenti sono evidenti, ma c’è di peggio. Per le residenzialità senza impegnativa il primato va a Belluno dove, rispetto al 2023, sino paga oltre 2.700 euro su base annua, seguono Vicenza e Verona. Se il confronto si fa con lo scorso anno spicca invece Venezia che ha avuto dei rincari annui di oltre 1.100 euro, segue Vicenza con mille euro circa in più all’anno.
Le richieste dei sindacati
«È necessario aumentare il numero delle impegnative di residenzialità per anziani non autosufficienti, in maniera tale da coprire l’intera platea dei potenziali beneficiari, visto che ne è escluso circa il 15% degli ospiti – dicono Nicoletta Biancardi, Tina Cupani e Debora Rocco, segretarie generali di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil del Veneto –. Chiediamo alla Regione anche di rivedere la decisione di adottare una unica impegnativa del valore di 52 euro giornaliere e quella di 57 euro giornaliere individuando, invece, più impegnative commisurate, come valore economico, al grado di gravità del non autosufficiente».
Da anni, poi, i sindacati dei pensionati del Veneto invocano «il rilancio del ruolo delle Ipab attraverso la trasformazione delle strutture residenziali pubbliche per anziani in Centri Servizi organicamente inseriti nella filiera dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali a livello territoriale».
Biancardi, Cupani e Rocco chiedono inoltre «la necessità di costituire, come per le autonomie locali, un tavolo di confronto stabile tra Regione, rappresentanze degli enti e delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei pensionati con l’obiettivo di monitorare costantemente la qualità e la quantità dei servizi offerti».
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