Ruba i soldi dalle cabine del telefono, rischia la galera

Chiesanuova. Padovano di 55 anni denunciato dalla polizia: reato grave nonostante il bottino di 2 euro. Cabine sparite dalla città
TELECOM In alto, il telefono pubblico di via Eremitani e, a sinistra, la cabina di via Altichieri da Zevio
TELECOM In alto, il telefono pubblico di via Eremitani e, a sinistra, la cabina di via Altichieri da Zevio
CHIESANUOVA. Mania, necessità, vizio, sfida. Poco si sa del motivo per cui un padovano di 55 anni sembra trascorra parte delle sue giornate a cercare di estrarre con una certa perizia le monete dalle cabine telefoniche. Attività resa ancora più difficile dal fatto che in città ormai le cabine telefoniche sono una rarità. Ieri la polizia ha bloccato T. C., residente a Chiesanuova, mentre si trovava in via Eremitani. In tasca aveva un filo di ferro, alcuni cartoncini, due lamierini, ovvero, tutto il «necessaire» del perfetto scassinatore di cabine telefoniche.


Non solo. Gli agenti gli hanno trovato addosso anche quello che dovrebbe essere il bottino: due euro e mezzo in moneta. Portato in questura l'uomo non ha negato (ma nemmeno ammesso) di aver rubato i soldi. Ciò non l'ha salvato dalla denuncia di furto e di interruzione di pubblico servizio. Già; interruzione di pubblico servizio. Perché rubare le monete (o nel secolo scorso i gettoni) dalle cabine secondo la legge italiana è un reato punibile con la reclusione e una multa fino a 500 euro. «Chiunque, fuori dai casi previsti da particolari disposizioni di legge - recita l'articolo 340 del codice penale - cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o di un servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità è punito con la reclusione fino ad un anno».


Le cabine telefoniche sono ancora considerate strumenti per un servizio di pubblica necessità, benché ormai nell'era dei telefonini, degli Smart-phone o degli I-phone vedere qualcuno che utilizza le cabine telefoniche a monete per chiamare è quasi impossibile. Lo dimostra il fatto che in via Altichieri da Zevio, per esempio, (zona Arcella) la cabina telefonica presente da anni tant'è che ormai per i residenti era diventata parte dell'arredo urbano, verrà rimossa dalla Telecom entro fine mese come avverte il cartello appeso ad un vetro dalla stessa azienda. In altri casi, invece, sono gli stessi residenti (di Camin) a chiedere alla Telecom che tolga l'ultima cabina rimasta perché invece che per telefonare viene utilizzata come spogliatoio dai vagabondi della zona.


Tornando al nostro, non è la prima volta che la polizia lo sorprende a rubare le monete dei telefoni pubblici. Da qui spiegata la denuncia per furto e di interruzione di pubblico servizio nonostante un magro bottino di due euro e mezzo.

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