Saloni mascherati da associazioni Evasione fiscale per 4,6 milioni

Tre denunciati dalle Fiamme Gialle: a loro facevano capo 8 centri di estetica e 7 società. Iva non pagata per 900 mila euro
Monselice (PD), 14 agosto 2020 Centro Estetico Anima e Corpo in via Rovigana 7 a Monselice
Monselice (PD), 14 agosto 2020 Centro Estetico Anima e Corpo in via Rovigana 7 a Monselice

MONSELICE

Centri di bellezza mascherati da associazioni per non fatturare le prestazioni e incassare i soldi in nero. Dall’inizio dell’attività ben 4,6 milioni d euro secondo i conti fatti dalla Guardia di Finanza di Padova. Che ha denunciato marito e moglie imprenditori, Devis Fiocco, 49 anni di Stanghella e Giovanna Cremonese, 51, di Bagnoli per occultamento di scritture e documenti contabili. Oltre ad un collaboratore, Giuseppe Baretta, 58 anni, di Este. L’escamotage sarebbe stato quello di gestire gli istituti di bellezza facendoli funzionare come un’associazione dove entravano i soci dopo aver sottoscritto una tessera. I prezzi delle prestazioni erano più bassi della media e quindi il lavoro non mancava anche perché le prestazioni trovano il favore del clienti che testimoniano anche sui social di essere soddisfatti del trattamento ricevuto, attento e di qualità.



“La Grande Bellezza”, ha individuato un sistema evasivo posto in essere da una vera e propria catena di centri estetici, organizzati formalmente come associazioni non riconosciute, ma di fatto esercenti attività commerciale, facenti capo al terzetto che operava da svariati anni nel settore degli istituti di bellezza e già noti per irregolarità della stessa natura. I controlli ispettivi hanno interessato 8 associazioni riconducibili ad amici e familiari compiacenti dei predetti imprenditori, i quali rivestivano solo formalmente la carica di presidenti delle realtà sociali investigate. I nomi erano Anima e corpo, Beauty Sun, Eclissi Privè e Sun Lovers, i saloni di bellezza operavano tanto nella Bassa padovana (Conselve, Abano, Monselice, Este, Piove di Sacco) a Dolo seppur c’è stato un subentro, nel Rodigino e perfino a Cortina d’Ampezzo.



Nel tempo i centri estetici, anche grazie ai prezzi concorrenziali consentiti dall’evasione fiscale, avevano attirato un sempre maggior numero di clienti, tanto da raggiungere una media annuale di circa 4.500 soci. Inoltre, tutti i centri pubblicizzavano la propria attività utilizzando un marchio comune, un unico sito internet, dei listini prezzi caratterizzati dalla stessa grafica, l’indicazione di prezzi coincidenti e tipologie di trattamento offerti al pubblico, recanti sul retro gli indirizzi delle varie sedi patavine, tanto da lasciar intendere agli avventori di essere parte di un’unica “catena commerciale”. Anche se all’ingresso dell’esercizio era riportata la dicitura “Riservato ai soci” e l’accesso ai servizi avveniva previo tesseramento gratuito all’associazione, l’unica differenza rispetto ad un normale centro estetico era costituita dall’assenza di registratori di cassa, sebbene per ogni trattamento estetico fosse necessario corrispondere una specifica tariffa.



Oltre alle 8 associazioni, l’operazione delle Fiamme Gialle ha interessato ulteriori 7 soggetti economici (due società di capitali, due società di persone, tre ditte individuali), gestiti dal medesimo pool imprenditoriale, relativamente ai quali è stata constata l’omessa registrazione di operazioni imponibili, l’occultamento della documentazione contabile e, in taluni casi, anche l’omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali. Gli accertamenti effettuati hanno permesso di rilevare come le sedi delle società e delle ditte individuali si alternassero frequentemente e/o si sovrapponessero a quelle degli enti non commerciali e che numerosi dipendenti o ex dipendenti delle prime rivestivano il ruolo di presidente o socio-lavoratore nell’ambito delle associazioni, creando commistione e confusione nella gestione dei diversi istituti di bellezza.



Le associazioni operavano di fatto come aziende nel settore dell’estetica e, attraverso l’analisi degli statuti, della documentazione contabile ed extracontabile e soprattutto dell’operatività dei soci, di fatto veri e propri clienti, si è evidenziato come tutte le entrate confluissero nelle casse degli imprenditori senza alcuna dichiarazione fiscale. Proprio al fine di sviare i controlli, uno dei protagonisti, pur manifestando un elevato tenore di vita, non risultava intestatario di alcun immobile né di autoveicoli. Sono stati scoperti sei evasori totali e rilevati complessivamente ricavi non dichiarati al fisco per 4.593.054 euro nonché il mancato versamento di Iva per 915.745 euro. L’Agenzia delle Entrate ha reso esecutiva la pretesa erariale. Viene contestata una concorrenza sleale rispetto agli operatori economici onesti. —



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