Saltano stipendio e premio di produzione: agitazione all’Isoclima di Este
ESTE. I lavoratori di Isoclima spa sono sul piede di guerra: l’azienda leader nel settore della produzione di vetri e trasparenti non ha versato lo stipendio di giugno a centinaia di lavoratori e a nessuno di loro sono stati accreditati il premio di produzione, i buoni pasto e carburante.
In un momento di grande difficoltà economica gli operai hanno voluto far sentire le loro ragioni con uno stato di agitazione sindacale cominciato lunedì 11 luglio, con il blocco dello straordinario che si protrarrà sino a quando l’azienda non convocherà le organizzazioni sindacali per un chiarimento.
«Il mancato rispetto degli accordi sul versamento del premio di produzione e dello stipendio, previsti lo scorso 8 luglio, rischia di minare seriamente le relazioni sindacali con l’azienda» spiega Luca Rainato, rappresentante Filctem Cgil Padova «Inoltre, c’è tutta la discussione sugli inquadramenti dei lavoratori: non possono chiedere ai dipendenti di saper fare tutto, salvo poi considerarli un niente quando si tratta di pagarli».
A metà giugno l’azienda aveva spiegato che per esigenze interne il premio di produzione “100 ore”, invece che il 1° luglio sarebbe stato pagato il giorno 10 con la mensilità di giugno. I lavoratori avevano proposto che il saldo avvenisse con un piccolo anticipo, cioè venerdì 8 luglio: «Contrariamente a quello che si aspettavano i lavoratori, l’8 luglio l’azienda non ha versato nulla» continua Rainato «Inoltre, da giugno abbiamo intrapreso una discussione con la direzione del personale sulla verifica dei livelli di inquadramento che sono fermi da anni e non adeguati alle nuove figure professionali dell’Industria 4.0, ma anche questa trattativa è ad un punto morto».
I rappresentanti sindacali unitari che avevano trattato con i dirigenti della Isoclima per conto dei lavoratori si sono sentiti presi in giro: «Inutile dire che essendo lavoratori anche loro, la mancanza del rispetto degli accordi li ha colpiti come tutti. Per il ruolo che ricoprono però, sono stati investiti dalla rabbia, comprensibile, dei dipendenti» continua Rainato «Quanto successo ha inevitabilmente intaccato la fiducia dei lavoratori non solo verso la dirigenza, ma anche nei confronti delle stesse relazioni sindacali, dato che vengono fortemente messe in crisi dalla mancanza di lealtà da parte dell’azienda».
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