San Lazzaro, chiesa vuota: la “crisi” dopo don Contin

PADOVA. Sono finiti i tempi in cui per trovare un posto a sedere nei banchi delle prime file bisognava arrivare quei dieci minuti in anticipo, quando il parcheggio davanti al piazzale della chiesa era pieno di automobili e le persone erano costrette a parcheggiare nelle vie limitrofe del quartiere. Andare a messa la domenica mattina, allora, era anche un’occasione per incontrarsi, socializzare, addirittura per qualcuno far notare la propria presenza. Tempi che sono un ricordo lontano per la parrocchia di San Lazzaro.
LA DESOLAZIONE A San Lazzaro, da sempre, vengono celebrate due funzioni la domenica mattina. Queste due messe fino a un paio di anni fa erano seguitissime. Quella delle 11 in particolar modo attirava così tanti fedeli, che non era sempre facile trovare un posto a sedere. Ad officiare c’erano don Paolo Spoladore prima, detto anche padre rock, spretato dal Vaticano per un figlio non riconosciuto, don Andrea Contin poi, anche lui dimesso dallo stato clericale. Due parroci che nel bene e nel male riempivano la chiesa. Oggi tutto è cambiato. La messa delle 9 è pressoché vuota, quella delle 11 raccoglie al massimo una trentina di persone. Il parroco, don Renzo Zecchin, che da settembre 2017 ha preso in mano la parrocchia, non ha bisogno di un microfono per celebrare, i chierichetti sono un paio e manca tutta l’animazione musicale e canora che una volta veniva organizzata dai parrocchiani. E di questo purtroppo se ne rende conto lo stesso parroco, arrivato dopo don Giovanni Brusegan. «Che dire, arrivo anch’io da una parrocchia molto attiva» dice sconsolato don Zecchin, abituato a gestire parrocchie come Perarolo e Montagnana, dove la vita comunitaria era ben più attiva, e precedentemente missionario in Kenya per 11 anni.
PROBLEMA COMUNE «Mi consola, se così si può dire, che anche altre parrocchie si siano svuotate. Si tratta purtroppo di un problema generalizzato», spiega il parroco di San Lazzaro. «Parrocchie come Pio X e Cristo Risorto hanno 4-5 bambini che si sono iscritti al catechismo quest’anno. Certo, non si può negare che questa comunità in particolare, dopo la vicenda Contin, ne abbia risentito. Mi metto nei panni dei parrocchiani, anch’io se non fossi prete non so come avrei reagito».
RIUNIONE IN DIOCESI «Giovedì prossimo si terrà una riunione in diocesi proprio per riorganizzare le parrocchie e per riunirle», dice ancora Zecchin. «Ci sono preti che si trovano a gestire 6-7 parrocchie e fedeli che frequentano sempre meno la chiesa». Solo alcune comunità riuscirebbero ad attirare ancora un gran numero di fedeli. «Ci sono 3-4 punti nella diocesi che riescono ancora ad attirare molta gente, come la parrocchia di Santa Rita per esempio», prosegue. «Personalmente però mi faccio qualche domanda sulla motivazione che spinge le persone a frequentare la chiesa. Ho l’impressione che cerchino lo “spettacolo” più che per un momento di conversione», continua il parroco di San Lazzaro. «Ecco tornando a Contin lui era un po’ di questa categoria. Il grande guru era stato Spoladore, di cui lui aveva raccolto il testimone. Contin poi era molto libero, non obbligava i fedeli a fare nulla. Diceva “si dovrebbe fare così, ma sentitevi liberi’».
I PARROCCHIANI Insomma a frequentare la parrocchia di San Lazzaro sono rimasti davvero in pochi. Solo lo zoccolo duro – formato tutto da fedeli del quartiere – continua ad andare a messa, e qualcuno non risparmia pesanti critiche. «Un tempo venivano persone anche da altri quartieri, la chiesa era sempre piena. Adesso tutte queste persone sono sparite e in molti casi conosciamo anche il motivo», sostiene un parrocchiano. «Con don Contin, ad esempio, venivano in chiesa molte donne. Si agghindavano a festa e tra loro era nata una sorta di competizione volta ad attirare l’attenzione del parroco. Da quando se n’è andato lui non si sono fatte più vedere».
L’IPOTESI Visto lo svuotamento della chiesa la domenica pare farsi strada l’ipotesi di una messa unica. «Invece di farne due, ne farebbero una sola alle 10», dice un parrocchiano. «Sarebbe un peccato, ma effettivamente non è neanche bello andare in una chiesa vuota». «Questo tema, per ora, non è mai stato portato all’attenzione del consiglio pastorale, per il momento le due messe della domenica mattina rimangono», sottolinea invece il parroco. «Certo, se continua così è un’ipotesi che non si può del tutto escludere in futuro». —
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