San Leopoldo, la scoperta «Parte del cuore integra»

Nel convento dei Cappuccini, in piazzale Santa Croce, nessuno grida al miracolo. Ma anche a quanto riferiscono gli addetti ai lavori, i risultati sulla ricognizione del corpo di san Leopoldo Mandic, ufficializzati ieri mattina, sono considerati «eccezionali» e per questo sarà effettuato un ulteriore approfondimento scientifico.
A 73 anni dalla morte del santo avvenuta il 30 luglio 1942, l’équipe guidata dal professore Raffaele De Caro e formata dai superesperti Paola Scalella, Silvia Chiarelli, Veronica Macchi ed Andrea Porzionato, non si è trovata davanti solo uno scheletro mummificato, come tutti si aspettavano, ma ha rinvenuto e catalogato tra le parti molli anche una parte del cervello (microcomponenti degli emisferi cerebrali) e una parte del cuore.
«Non posso non definire ottimo lo stato di conservazione del corpo di San Leopoldo, la cui ultima ricognizione è stata effettuata, nel 1976» ha detto De Caro. «Abbiamo sottoposto i resti del santo a una Tac, dalla quale abbiamo ricavato 3mila immagini, che, per la prima volta, ci hanno dato l’opportunità di rivisitare con un’analisi integrata sia le parti esterne sia quelle interne del corpo. Con una certa sorpresa, abbiamo verificato che sono ancora presenti parti sia del cervello e sia del cuore». Per il resto la conferenza stampa di ieri, in cui hanno preso la parola il rettore del convento, Flaviano Gusella, il cancelliere della Diocesi, don Tiziano Vanzetto, Raffaele De Caro, Lineo Tabarin, esperto del Vaticano e il regista Antonello Belluco, è servita a divulgare il programma ufficiale del trasferimento di San Leopoldo a Roma e dell’ostensione del suo corpo, nella Basilica di San Pietro, a fianco di quello di Padre Pio, dal 5 all’11 febbraio.
La ricognizione sulle spogluie è durata 49 giorni, dal 12 ottobre al 30 novembre. Il lavoro materiale della ricomposizione e della rimozione del santo in un nuovo sarcofago in plexiglass è stato eseguito dallo specialista veronese Lineo Tabarin, lo stesso che ha effettuato lavori simili sia su una parte del corpo di padre Pio e sia sulla salma di don Gnocchi. Sul volto di padre Leopoldo è stata realizzata una maschera in poliuretano, partendo da un modello degli anni ’60 custodito all’interno del convento, che è stata dipinta a mano anche da due artiste. Una suora, che vive nel convento di San Giuseppe dei Rufi, vicino al duomo di Napoli e la truccatrice teatrale trevigiana Donatella Zancanaro.
Padre Leopoldo sarà trasportato a Roma il 3 febbraio, scortato da un gruppo di carabinieri e sarà esposto in Vaticano dal 5 all'11 febbraio. Una volta tornato nel convento di Santa Croce, il santo resterà esposto sino al 20 novembre.
Felice Paduano
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