San Leopoldo patrono dei malati, continua la petizione
SANTA CROCE. Si raccolgono al santuario di San Leopoldo Mandic, in piazzale Santa Croce 44 (informazioni allo 049 8802727) le firme della petizione da spedire alla Cei (Conferenza episcopale italiana)...

SANTA CROCE. Si raccolgono al santuario di San Leopoldo Mandic, in piazzale Santa Croce 44 (informazioni allo 049 8802727) le firme della petizione da spedire alla Cei (Conferenza episcopale italiana) per nominare San Leopoldo patrono dei malati di tumore. Fin dagli anni ’80 del secolo scorso, molti medici, ammalati e loro familiari hanno espresso il desiderio di poter invocare san Leopoldo per una malattia sempre più diffusa e dolorosa: il tumore. Sono state anche raccolte parecchie firme a sostegno di questa iniziativa (circa 13mila, conservate nell’Archivio del Santuario di Padova). Lo stesso si sta facendo in questi mesi, con il sostegno del mondo della sanità e dei devoti del Santo. Il 30 luglio 1942 padre Leopoldo morì a causa di un tumore all’esofago: malattia che gli era stata diagnosticata e che gli provocava crisi di dolori così lancinanti da farlo svenire. Malgrado questo svolse il suo ministero fino alla fine dei suoi giorni, il 29 luglio confessò, stremato, cinquanta persone nella stanza dell’infermeria del convento.
Una quindicina di giorni prima della morte, la stenosi esofagea era divenuta totale e non permetteva più alcuna alimentazione: aveva spesso convulsioni spasmodiche dolorosissime. Riusciva, tuttavia, ad ingerire - cosa inspiegabile con mezzi e cognizioni mediche e con stupore dei medici curanti - soltanto il pane, il vino e l’acqua della purificazione del calice, durante la messa che ha celebrato fino alla fine.
Padre Leopoldo ebbe sempre molta attenzione per le persone ammalate: si recava sempre molto volentieri col permesso dei superiori. Qualche volta, per recarsi al letto di qualche ammalato grave lasciò anche la confessione.
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