Il defibrillatore arriva in ritardo di 4 minuti: la partita non viene giocata

Stop all’incontro di pallacanestro femminile di Serie B tra le Lupebasket e il Sistema Rosa Pordenone. Il dispositivo salvavita presente era malfunzionante, ne è stato recuperato uno in una struttura vicina. Il ritardo costa la decisione degli arbitri. I padroni di casa: «Mancato il buon senso»

Nicola Cesaro
Un'esercitazione con il defibrillatore
Un'esercitazione con il defibrillatore

«A perdere sarebbe non la squadra, ma la ragionevolezza e il buon senso». C’è una profonda delusione e una grande amarezza nella nota inviata nelle scorse ore dalla società Lupebasket, realtà di pallacanestro femminile iscritto alla Serie B.

La squadra rischia di perdere per 0-20 la gara giocata – anzi, non giocata – sabato sera nel palazzetto dello sport di via Leonardo Da Vinci a San Martino di Lupari, contro il Sistema Rosa Pordenone. Motivo della stangata? Il defibrillatore è arrivato con 4 minuti di ritardo.

A ricostruire l’accaduto è direttamente la società padovana: «A pochi minuti dall’inizio del match, durante un controllo delle apparecchiature, è stato riscontrato un malfunzionamento al defibrillatore presente in palestra. Considerando la priorità assoluta della sicurezza delle atlete e di tutto il personale presente, la società ha immediatamente provveduto a reperire un defibrillatore funzionante presso la vicina struttura di Campretto».

Come testimoniato da prove video – sottolineano da Lupebasket – i dirigenti hanno lasciato il palazzetto alle 18.53, e sono tornati facendo entrare in campo il nuovo defibrillatore esattamente 11 minuti dopo, alle 19.04, ovvero 4 minuti dopo l’orario di inizio previsto delle 19.

Una soluzione trovata a tempo di record, che però non è stata sufficiente: «Con grande stupore e rammarico, gli arbitri hanno deciso di non far disputare la partita, ritenendo il ritardo inaccettabile. Una decisione che reputiamo in tutta sincerità poco comprensibile e sproporzionata, soprattutto considerando le circostanze eccezionali e le tempistiche celeri con cui il problema è stato risolto».

Il team luparense condanna soprattutto la mancanza di apertura al dialogo, «che spesso la classe arbitrale è la prima a richiedere in occasioni delle riunioni. Si parla di collaborazione, di confronto, tutte cose che sono venute meno in questa occasione. Nell’atteggiamento di totale chiusura riscontrato dalla coppia arbitrale, c’è tutta l’amarezza e la delusione per una decisione che riteniamo penalizzante per tutta la pallacanestro».

La delusione è grande: «Che per un’attesa di 4 minuti venga impedito alle ragazze di scendere in campo, e si costringa tutto il pubblico a tornare a casa senza aver potuto assistere allo spettacolo per cui era venuto, ci pare ai limiti del paradossale».

La società sta verificando che anche da parte degli arbitri tutto sia stato eseguito ai sensi del regolamento e con le giuste tempistiche, e si riserva la possibilità di presentare ricorso e far valere le proprie ragioni nel momento in cui il giudice sportivo emetterà la propria sentenza, che in questo momento si prevede sarà di sconfitta a tavolino per 0-20.

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