Sit-in ambientalista a Sant’Urbano: «Basta proroghe a questa discarica»

Sessanta persone hanno contestato le scelte della Regione. Ostanel: «La Bassa considerata area in cui si può fare tutto»

Giada Zandonà
La protesta davanti al municipio di Sant’Urbano (foto Zangirolami)
La protesta davanti al municipio di Sant’Urbano (foto Zangirolami)

Una sessantina di persone aderenti alle associazioni ambientaliste del territorio si sono date appuntamento sabato mattina davanti al municipio di Sant’Urbano: la manifestazione voleva far sentire la protesta contro l’ennesima proroga concessa alla discarica tattica regionale di Balduina, sia in termini di conferimenti, sia sul fronte degli anni di vita dell’impianto.

I manifestanti hanno esposto numerosi striscioni con le scritte “Basta proroghe”, “Stop ampliamenti” e “Chiudere la discarica”, affissi sul municipio del Comune di Sant’Urbano che ormai è binomio assodato con la discarica, la cui chiusura è stata rinviata recentemente al 2031.

Dopo aver dato vita a un colorato sit-in, gli attivisti hanno preso la parola per ripercorrere la storia del sito, le sue vicissitudini e le continue proroghe, proponendo che la Regione Veneto avvii un serio percorso verso l’obiettivo “rifiuti zero”.

«Questa è una discarica definita tattica, che inizialmente doveva risolvere le problematiche della Bassa padovana, ma che nel tempo è cresciuta fino a raggiungere i 5 milioni di metri cubi conferiti, con una chiusura posticipata dal 2022 al 2029 e ora, con un’ulteriore proroga, al 2031», denuncia Francesco Miazzi a nome delle associazioni. «In parallelo, è stata avanzata la proposta di un progetto per il conferimento di ceneri provenienti dagli inceneritori, scorie di alto forno e altri materiali con potenziali impatti sulla salute. Questo territorio sta diventando un polo per il trattamento di rifiuti e materiali pericolosi, tra cui gli Pfas».

Incalza l’ambientalista: «Ci troviamo a poche centinaia di metri dall’Adige e da altri corsi d’acqua: è fondamentale opporsi a un ulteriore ampliamento. Nel frattempo, molte discariche a livello regionale sono state chiuse e tutte le emergenze vengono gestite qui. A cosa stiamo andando incontro? A una eredità pesantissima. Per questo chiediamo alla Regione di avviare un percorso verso i rifiuti zero, incentivando la riduzione della produzione di rifiuti, aumentando il riciclo e il recupero di materia».

Sono quindi seguiti gli interventi di altri attivisti: Francesco Montecchio, Gianni Bregolin, Vanni Destro, Chiara De Rossi, Gianluca Stefani.

Alla manifestazione era presente anche la consigliera regionale di opposizione Elena Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che ha sottolineato come la politica debba ascoltare le comunità del territorio.

«Questa vicenda dimostra che qualcosa non funziona nelle scelte della Regione: la discarica avrebbe dovuto avviarsi verso una progressiva chiusura e invece assistiamo al suo ampliamento», ha afferma Ostanel. «Cosa ha fatto la Regione per rispettare l’obiettivo che ci eravamo posti anni fa? Nulla». La consigliera ha poi posto l’accento su una questione territoriale: «Sembra che la Regione consideri la Bassa padovana un’area in cui si possa fare tutto, come se fosse più semplice collocare qui impianti che impattano sulla salute, sulla vita dei cittadini e sull’ambiente».

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