Santo, l’umiltà del neo-delegato a Sarmede fa ancora il viceparroco
«Fa ben el to lavoro». Così si è sentito augurare dal papà monsignor Fabio Dal Cin, eletto arcivescovo di Loreto e delegato pontificio del Santo. «Era sabato mattina», racconta lui stesso, «io ero ritornato da Roma nella notte. Non ho svegliato i miei genitori; quando si sono alzati ho comunicato che a mezzogiorno avrebbero annunciato la mia nomina a vescovo. E quella è stata la reazione, con molta semplicità. Il lavoro è nel dna di noi veneti; lo viviamo come un dovere, ma anche come una passione. Ed è quella che ci metterò anche da vescovo».
“Don Fabio”, come hanno continuato a chiamarlo ieri a Sarmede, il suo paese vicino a Vittorio Veneto, ha continuato a fare il viceparroco anche da prossimo arcivescovo, il più giovane d’Italia. Ha celebrato le messe di sabato pomeriggio e ieri. Nonostante la complessità e la delicatezza del suo lavoro in Vaticano, presso la segreteria della Congregazione che ha competenza sulle nomine dei vescovi, don Fabio è ritornato spesso a Sarmede. «Il parroco svolge servizio in tre parrocchie (Sarmede, Cappella Maggiore e Anzano), ha quindi bisogno di aiuto e quando gli impegni me lo permettono, rientro per dargli una mano».
Per la sua semplicità, incontra la simpatia dei giovani. Anni fa, celebrando a Tarzo, raccomandava: «Il sacerdote è indispensabile sempre, non solo quando è giovane, intraprendente e simpatico. Ma anche quando è debole, malato, anziano. Purtroppo anche tra i cattolici sta dilagando una mentalità protestante che pensa a un futuro di Chiesa senza sacerdoti».
Don Fabio non ha ancora deciso la data dell’ordinazione episcopale. Sarà un sabato mattina, il primo o il secondo di luglio, in cattedrale a Vittorio Veneto, dove, tra l’altro, Dal Cin è stato cerimoniere vescovile. Impegnativo il compito che lo aspetta a Loreto, uno dei santuari più importanti, dove sarà delegato di Papa Francesco, come lo sarà a Padova, al Santo, «che conosco soltanto come pellegrino».
«Saluto il ritorno di un veneto alla massima guida di uno dei luoghi simbolo della religiosità e della mondialità della nostra regione», è il messaggio ricevuto dal governatore del Veneto, Luca Zaia. «La Basilica di Sant’Antonio è uno dei luoghi simbolo della cristianità, amato e frequentato da devoti di tutto il mondo, ma è anche uno dei patrimoni religiosi, artistici e culturali più cari al cuore dei veneti e delle loro istituzioni. Sono certo che monsignor Dal Cin, al quale mi uniscono comuni legami di appartenenza territoriale e generazionale, saprà alimentare, insieme a padre Oliviero Svanera, rettore da pochi mesi della basilica, il forte e sincero sentimento di rispetto e attaccamento dell’intera comunità civile verso il luogo antoniano per eccellenza».
Francesco Dal Mas
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