Santocono: entro tre anni il nuovo polo tecnologico di Padova
«Padova ha le strutture per l'innovazione, un tessuto economico ricettivo e un primato regionale indiscusso nel numero delle imprese ad alto tasso tecnologico. Entro 3 anni e con un investimento diretto di circa 45 milioni di euro potremo disporre degli spazi per ospitare quel nodo catalizzatore che serve al territorio per dispiegare le sue potenzialità».
È il presidente della Camera di Commercio di Padova Antonio Santocono a riflettere sulle future opportunità un territorio già ora sede di una lunga lista imprese innovative, di istituti di ricerca internazionali (come Rfx), di un'Università di fama e di realtà come Infocamere, Cerved ecc.
Non è una dotazione sufficiente per una città di medio-piccole dimensioni come Padova?
«La città da quasi 800 anni è tra le capitali europee della scienza e della cultura. Abbiamo aziende che competono sui mercati globali con prodotti ad alto tasso d'innovazione ed un sistema di trasferimento tecnologico ricchissimo. Ma dobbiamo fare meglio per evitare una tendenza alla dispersione che rischia di depotenziare un territorio tra i più ricchi d'Europa ma pure tra i più poveri se si guarda agli investimenti diretti nelle nuove tecnologie applicate».
Come?
«Di fatto siamo una Camere di Commercio tra le più liquide del Paese e abbiamo lavorato, assieme a Comune e Provincia, per rimettere in sicurezza, dopo innumerevoli difficoltà, una quartiere fieristico da 155 mila metri quadri tra il centro città e la stazione ferroviaria. Con la collaborazione delle categorie economiche, di istituzioni come Fondazione Cariparo e dell'Università stiamo elaborando un piano per la trasformazione dell'area in un spazio dove l'attività espositiva potrà avvalersi della sinergia di un grande centro congressi e di un polo per il trasferimento tecnologico capace di essere quel catalizzatore che serve al territorio».
A che punto siete?
«Abbiamo vagliato molti modelli internazionali individuando nella presenza di uno spazio fisico di contaminazione e dialogo tra soggetti diversi un denominatore comune a molti esempi di successo. A maggio avremo in mano le “chiavi” della Fiera e potremo partire con una lunga serie di interventi».
Che tempi si prospettano?
«Entro 3 anni dovrebbe essere tutto pronto: già per la fine di quest'anno la fiera potrà ospitare i primi laboratori e le linee produttive ad alta automazione (Live Demo) del Competence Center del Nordest. Entro l'inizio del 2020 il Centro Congressi di Padova inizierà a programmare eventi di respiro nazionale e internazionale. Per metà del 2021 potrebbero già essere conclusi i lavori per una nuovissima scuola di ingegneria, sempre in fiera e a due passi dai dipartimenti scientifici dell'Università, mentre per l'inizio del 2022 oltre 9 mila metri quadri di uffici, laboratori e aule didattiche, saranno pronti ad ospitare il Digital Innovation Hub in Fiera. Interventi da quasi 45 milioni di euro che vedono la partecipazione di un nucleo forte di imprese private pronte ad insediare il loco i propri uffici di R&D».
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