Saonara diventa la capitale delle bestemmie dopo che il sindaco ha annunciato le multe

I 400 euro di sanzione hanno dato grande notorietà a Walter Stefan, ma non ha impartito l’ordine di far rispettare la norma. Il dibattito è animato

SAONARA. Un florilegio di bestemmie nei social network, ragazzini che si ritrovano appena oltre i confini del Comune ad urlare espressioni blasfeme “a distanza di sicurezza”, e persino una sorta di “bestemmia day” organizzato in paese per il prossimo 21 settembre.

Assomiglia a un singolare “effetto boomerang” ciò a cui si è assistito a Saonara nella prima domenica dopo la diffusione della notizia sul provvedimento che sanziona con ben 400 euro di multa chi bestemmi in un luogo pubblico le divinità di qualsiasi credo.

Contenuto nel nuovo regolamento di polizia urbana, l’ “editto antibestemmia” ha in questi giorni portato Saonara alla ribalta delle cronache locali e nazionali, accendendo contemporaneamente nei social media un accanito dibattito, purtroppo in diversi casi condito da un linguaggio brutalmente profano. Su Facebook una pagina umoristica ha addirittura organizzato un evento “a tema” da tenersi a Saonara, in una zona per ora non meglio identificata, alle 17 di sabato 21 settembre.

Il titolo dell’evento “Bestemmie a Padova: non potranno multarci tutti” e la sua descrizione in dialetto, “I fa fadiga a scrivare el verbae” lasciano pochi dubbi sulle finalità di questo annunciato raduno, che sino a ieri sera aveva totalizzato la sbalorditiva cifra di quasi 4000 adesioni e oltre 12.400 persone interessate.

Al momento non è dato sapere se il raduno ispirato alla bestemmia si terrà veramente o se si tratti solamente di una provocazione goliardica. Nel frattempo però circola in paese la notizia secondo la quale gruppi di giovanissimi si sarebbero ritrovati per intonare cori di bestemmie appena al di là del confine con Vigonovo. Un modo per manifestare senza rischi la libertà di parolaccia.

Pareri contrastanti si registrano persino fra i tre parroci; particolarmente scettico don Fabio Fioraso, parroco di Tombelle. «Sono certo che lo scopo dell’amministrazione è buono, ovvero che si voglia disincentivare l’uso della bestemmia» ha osservato don Fabio «Purtroppo di questi tempi, anche complice il tam-tam dei social, il pericolo è di finire per amplificare la sfida di qualcuno verso l’autorità. Per questo motivo ho scelto di non affrontare il tema nelle omelie, durante le messe di sabato e domenica».

Tiepido anche don Francesco Monetti, parroco di Saonara: «Non ne so moltissimo, in questo periodo sono impegnato con i campi scuola dei ragazzi» ammette don Francesco «Sappiamo che questo problema esiste e contamina anche i più giovani; ogni cosa però sarà efficace nella misura in cui verrà seguita». Insomma, par di capire, se la norma è stata pensata dal sindaco Walter Stefan più per ottenere titoloni sui giornali che per essere concretamente applicata, l’unico che ne ha fatto le spese è il buon Dio per tutte le improperie che per reazione sono state lanciate al suo incolpevole indirizzo.

«L’effetto boomerang lo hanno creato proprio i giornalisti, isolando questa sanzione dal resto del regolamento e provocando tra la gente una specie di prurito» è il deciso parere di don Valentino Sguotti, parroco di Villatora «Questo provvedimento deve aiutarci a recuperare tra di noi relazioni meno violente e più rispettose: solo così recupereremo anche il rispetto verso Dio».

Sulla vicenda dice la sua anche l’opposizione di centrodestra, per voce del consigliere Andrea Dian, perplesso soprattutto sull’applicazione delle sanzioni ai minorenni. «Porterò la questione in consiglio comunale» preannuncia Dian «Chiederò che in caso di minori non venga applicata la multa ma una lettera di richiamo inviata ai genitori, che secondo me ha una funzione più educativa. A mio avviso inoltre l’amministrazione deve rivedere anche altre sanzioni del regolamento, piuttosto che pensare agli scoop giornalistici».

«Sinora non abbiamo mai elevato sanzioni per le bestemmie perché non era previsto dal nostro regolamento» così il sindaco Walter Stefan interpellato sulla questione. Dimentica però che bestemmiare era vietato e sanzionato anche prima che lo stabilisse il suo Comune, quindi che – sia pure con una sanzione più bassa – se proprio ci tenevano lui e gli agenti della polizia locale, le sanzioni avrebbero potuto applicarle. Fatta la legge, comunque, e ottenuti titoli e visibilità nazionale, ora ci si devono aspettare pattiglioni antibestemmia a Saonara.

«No» replica invece Walter Stefan «non avremo le pattuglie di vigili in servizio speciale antiblasfemia: ci interessava mandare un messaggio contro questi atteggiamenti in contrasto con la convivenza civile». Dal 30 dicembre 1999, con l’entrata in vigore del DL 205, in Italia la bestemmia non è più reato penale ma illecito amministrativo. Secondo la legge chi offende o oltraggia Dio in pubblico rischia una multa da 51 fino a 309 euro; in precedenza una sentenza della Corte Costituzionale aveva eliminato ogni riferimento al cattolicesimo, dal 1984 non più religione dello Stato. 

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