Scabbia in tribunale a Padova: detenuta infetta e il giudice protesta

Udienza di convalida con finale inaspettato: l’agente di polizia ,che scortava una nigeriana arrestata per spaccio, dice al magistrato di mettersi i guanti
SBRISSA-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-ESTERNI TRIBUNALE DI PADOVA
SBRISSA-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-ESTERNI TRIBUNALE DI PADOVA

PADOVA. Un'udienza di convalida come altre che ha avuto un finale inaspettato, quando l’agente di polizia che scortava una nigeriana arrestata in stazione per spaccio dice al magistrato: «Si metta i guanti per firmare il verbale perché la detenuta ha la scabbia».

La giudice dell’indagine preliminare non la prende bene e si ritira per la decisione, come da prassi. Ma decide di scrivere due lettere per denunciare l’episodio: al presidente dei Gip e al presidente del Tribunale.

La prassi è che le informazioni sui detenuti che soffrano di malattie devono essere dati all’inizio dell’udienza e non, come sarebbe avvenuto giovedì 25 gennaio, alla fine.

La detenuta, nello specifico arrivava dal carcere femminile della Giudecca a Venezia. Il problema delle malattie trasmissibili, non solo la scabbia ma anche la tubercolosi era già stata denunciata dai sindacati di polizia, soprattutto nei momenti di maggior afflusso di migranti in questura.

Due agenti avevano contratto la scabbia e alcuni colleghi del Reparto mobile di Padova risultarono positivi al test cutaneo della tubercolina (Mantoux) che prova il contatto con persone affette da tubercolosi.

Una situazione, che sia avvenga in tribunale che in questura non si vuole far passare per razzismo ma si pretende di essere informati per comportarsi di conseguenza, prendendo cioè le opportune misure per cercare di evitare il contagio.
 

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