Schiava e padrone, parla lui: «Era sempre alla ricerca di dominatori!»

Interrogato a lungo il compagno indagato per stalking che si difende e consegna foto compromettenti dell’ex con cui aveva stipulato un "contratto di schiavitù"

PADOVA. Una “fatina bionda” l’aveva definita il suo ex “padrone”, ovvero il convivente abbandonato, indagato per stalking nei confronti dell’ex che aveva lamentato di essere stata (pur volontariamente) ridotta in stato di schiavitù in base a un contratto consensualmente sottoscritto. Ma dal faccia a faccia durato sei ore tra i carabinieri e l’uomo - un quarantaduenne dell’hinterland di Padova- avvenuto mercoledì, è emersa anche un’altra l’immagine dell’ex compagna-schiava secondo la versione fornita dall’interessata che, al momento, risulterebbe parte offesa. Lo proverebbero le foto che il marito ha messo a disposizione dell’autorità giudiziaria nel corso del lungo interrogatorio tradotto in un verbale di 18 pagine. Protagonista di quelle immagini la “consorte” di un tempo, ritratta (nuda) avvolta da corde e nodi più o meno “artistici”, in posizioni hard per nulla frutto di costrizioni o in occasione di incontri ravvicinati con altre donne dal sapore saffico non soltanto suggerito. Non basta. L’uomo ha nutrito il già piccante resoconto di quella storia d’amore, iniziata nel 2003 e conclusasi con la separazione nell’ottobre 2011, con altri particolari che cancellerebbero d’un colpo ogni sospetto di maltrattamenti, ipotesi di reato mai contestata. Il quarantaduenne ha spiegato che la sua signora di un tempo navigava in rete alla ricerca di “dominatori”. Così nel 2005 aveva convinto il convivente a seguirla per un “viaggio di piacere” in Sicilia allo scopo di incontrare una sua conoscenza in chat, un “dominatore” di Alcamo con il quale - ha sostenuto l’uomo - la donna avrebbe avuto un rapporto sessuale di fronte a lui. È stato fornito pure altro materiale documentale come dei bigliettini che la giovane lasciava nella casa comune destinati al suo “padrone”: «Mi merito la punizione anche se ho paura....» si legge, e ancora «Tu sei la mia guida».

Insomma un rapporto particolare per scelta di entrambi, finito perché l’amore forse non sempre è immutabile tanto più nell’arco di dieci anni di vita insieme tra lei, oggi 33 anni, commessa in un supermercato, e lui 42, ex perito poi gestore di locali, oggi disoccupato. A dividerli (anziché unirli) un figlio che - ha insistito il padre - l’ex non gli consentirebbe di visitare. Quest’ultima, invece, ha raccontato una separazione difficile, fatta di persecuzioni, offese, appostamenti, improvvisi blitz sul luogo di lavoro. Tutti comportamenti che, dal punto di vista penale, si potrebbero riassumere nel reato di stalking. Almeno cinque le denunce presentate dalla donna che aveva parlato agli investigatori di quel “contratto di schiavitù” (fornito in copia), ammettendo la soggezione psicologica all’ex.

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