Sciopero dei lavoratori al centro Amazon di Vigonza: «Ritmi disumani»

Venerdì 18 aprile hanno incrociato le braccia circa 500 corrieri dipendenti da sei diverse società in appalto con il colosso dell’e-commerce. Denunciano condizioni di lavoro sempre più dure e pressioni crescenti

Silvia Bergamin
Protesta al centro Amazon di Vigonza (foto Piran)
Protesta al centro Amazon di Vigonza (foto Piran)

Mattinata di protesta al centro Amazon di Vigonza, dove decine di driver hanno incrociato le braccia per denunciare condizioni di lavoro sempre più dure e pressioni crescenti. Lo sciopero, indetto per oggi 18 aprile, ha coinvolto circa 500 corrieri dipendenti da sei diverse società in appalto con il colosso dell’e-commerce.

I lavoratori operano ogni giorno nelle province di Padova, Vicenza e Treviso, consegnando pacchi a ritmi che definiscono ormai «disumani».

Vigonza, sciopero al centro Amazon: le voci della manifestazione

«Nel 2017 facevamo 60-70 fermate al giorno, oggi la media è di 130-150», raccontano i driver, in un coro di voci che rimbomba tra i parcheggi e i capannoni del polo logistico. «Anche le pause ci vengono controllate. Se ti fermi cinque minuti in più ti arriva la chiamata: “Cos’hai combinato?”».

Non è solo una questione di numeri. È un modello di lavoro che, secondo i corrieri, si sta spingendo sempre oltre il limite.

«I capi premono ogni giorno di più: vogliono più consegne, tempi più rapidi, meno errori. Ma così ci mettono uno contro l’altro, alimentano la competizione tra precari. Chi fa il giro migliore oggi, domani potrebbe lavorare più ore. Chi rallenta, rischia di sparire».

E la sicurezza? Un dettaglio trascurabile, secondo chi oggi manifesta.

«È normale – dicono – che se stai 9 ore al giorno in furgone possa capitarti un piccolo incidente. Ma è meno normale che debba essere tu a pagare i danni. Siamo costretti a correre, sempre. E se succede qualcosa, la responsabilità è nostra».

Uno sciopero che punta i riflettori su una realtà sempre più diffusa nel mondo della logistica, dove la crescita dell’e-commerce spesso cammina a braccetto con la compressione dei diritti. I corrieri di Vigonza hanno deciso di fermarsi, ma il loro grido di allarme rischia di riecheggiare ancora a lungo.

La posizione di Amazon

La nota di Amazon: «Collaboriamo con decine di fornitori di servizi di consegna, che forniscono opportunità lavorative a migliaia di persone che si occupano di consegnare gli ordini ai nostri clienti in Italia. Lavoriamo a stretto contatto con i nostri fornitori per definire insieme obiettivi realistici, che non mettano pressione su di loro o sui loro dipendenti. L’attenzione di Amazon in materia di sicurezza rappresenta una costante. Nell’eventualità di un'allerta meteo, monitoriamo attentamente la situazione e seguiamo le indicazioni delle autorità locali e provinciali per garantire alle persone di operare in sicurezza nell’effettuazione del servizio di consegna per i nostri clienti. In merito allo sciopero dichiarato per domani, confidiamo che le trattative per l’accordo di secondo livello tra le aziende fornitrici di servizi di consegna, l’associazione datoriale che le rappresenta e le organizzazioni sindacali possano riprendere e giungere ad un esito positivo».

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