Scontro fra suv e furgone ferito veterinario di Este

PETRARCA. Storicamente quello tra via Aganoor e via Fonteghe, appena sotto lo storico borgo di Arquà Petrarca, si chiama incrocio della Madonnetta. Da un po’ di tempo però, da quando su quel crocevia succede di media un incidente al mese, gli arquatesi lo hanno battezzato "l’incrocio maledetto". Ieri intorno alle 12.30 si sono scontrati violentemente una Suzuki Sj 1300 e un autocarro Iveco Cargo. Ad avere la peggio nel tremendo impatto è stato il conducente del piccolo suv, Gianni Ruffin, titolare della clinica veterinaria di via Caldevigo a Este. Il noto professionista dopo essere stato estratto dalle lamiere con l’ausilio dei vigili del fuoco è stato trasportato in eliambulanza al pronto soccorso dell’ospedale di Padova, dov'è stato accolto in area rossa. Le sue condizioni inizialmente sembravano gravi, ma in serata la sua prognosi è stata sciolta e ha rimediato venti giorni. Sulla dinamica dell'incidente stanno facendo luce i carabinieri del Radiomobile di Abano. Ruffin proveniva da Valle San Giorgio ed era diretto ad Arquà Petrarca. Da Monselice, invece, sopraggiungeva il camion condotto da F. T.. Sembra che gli incidenti che si ripetono su quell’incrocio di strade provinciali siano uno la fotocopia dell’altro per via della poca visibilità e per la scarsa segnaletica. «Nel 2010 come Amministrazione comunale abbiamo presentato un progetto del costo di 400 mila euro per la realizzazione di una rotatoria» fa sapere il sindaco di Arquà Luca Callegaro, «sul finanziamento previsto dalla legge regionale 39 sono state accettate 90 domande. In graduatoria siamo 14 posizioni sotto. Urge fare qualcosa prima che ci scappi il morto. Ieri, come in tante altre occasioni, ci è mancato davvero poco. In settimana tornerò a parlare con i tecnici della Provincia per vedere cosa si può fare. Mi risulta che in paese sia in corso una raccolta firme. Non è possibile temporeggiare ancora, Il Comune non ha le risorse per porre rimedio alla situazione. Qualcuno ci dia una mano, andando avanti così tutti i momenti si rischia il morto».
Gianni Biasetto
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