Scoperta padovana: una cura dalle cellule staminali per la distrofia

Lo studio di Paolo De Coppi pubblicato sulla rivista «Stem Cells»: verrà presentato l’8 giugno in occasione della visita di Napolitano alla «Città della speranza»

PADOVA. Le cellule staminali del liquido amniotico potrebbero essere una nuova fonte di terapia per la cura delle distrofie muscolari. È quanto emerge da uno studio del dottor Paolo De Coppi, ricercatore dell’Università di Padova e dell’Istituto di Ricerca Pediatrica «Città della Speranza», che verrà presentato l’8 giugno prossimo durante la visita all’istituto del capo dello Stato, Giorgio Napolitano.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista “Stem Cells” ed apre a nuova speranza per i malati di distrofia muscolare. Sfruttando collaborazioni internazionali con l’University College London, dove De Coppi è primario di Chirurgia Pediatrica, l’Hopital Necker di Parigi, dove lavora la professoressa Marina Cavazzana-Calvo, leader nella terapia genica e cellulare, i ricercatori dell’ateneo patavino hanno dato nuova speranza alla cura delle miopatie ed in particolare delle distrofie muscolari.

Lavorando sulle cellule staminali scoperte nel liquido amniotico, il gruppo di De Coppi aveva capito che esse sono in grado di differenziarsi in diversi tessuti ed organi. Ma solo oggi è chiaro, attraverso il loro trapianto in un modello animale di atrofia spinale muscolare, che potrebbero curare anche malattie genetiche. La dottoressa Martina Piccoli, primo autore del lavoro e nel team di ricercatori, spiega che «questi animali hanno la particolarità di avere affetto in modo grave il muscolo scheletrico» ma «il trapianto in singola dose di una piccola quantità di cellule staminali del liquido amniotico ha permesso loro di sopravvivere per lungo tempo» ma anche «ha fermato la progressione della malattia migliorando a guarendo la loro capacità motoria».

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