Scuola di cardiochirurgia, la rivincita di Padova

Dopo lo "scippo" dal ministro Fazio una mezza retromarcia: il Bo strappa il 50 per cento dei contratti
PADOVA. Soluzione all'italiana, che salva capra e cavoli. Una spartizione delle borse che permette all'ateneo di Padova di salvare la faccia, ma che per ora poco cambia nella sostanza. Le sedi amministrative delle scuole di Cardiochirurgia, Reumatologia e Dermatologia quest'anno resteranno a Verona. Padova strappa all'ateneo scaligero due dei quattro contratti assegnati dal ministero alla scuola veronese di Cardiochirugia, che però resta capofila, davanti alla città del Santo. Stessa musica per le altre scuole «scippate».


La telefonata del presidente Luca Zaia al ministro della Salute Ferruccio Fazio ha sortito l'effetto di suddividere equamente le borse tra le due Università, ma ben poco ha potuto fare sulla richiesta di riconoscimento del ruolo di protagonista della scuola medica padovana. I rettori del Bo e dell'ateneo di Verona, Giuseppe Zaccaria e Alessandro Mazzucco, ieri mattina sono stati ricevuti dal titolare del dicastero della Salute. Zaccaria, forte dell'impegno di un esercito bipartisan di parlamentari, è giunto a Roma chiedendo che, nell'interesse del Veneto, fossero ripristinate le scuole di Cardiochirurgia, Reumatologia e Dermatologia del Bo, aggregate all'ateneo scaligero.


Zaccaria e Mazzucco hanno bussato alla porta di Fazio (il secondo ovviamente per tener saldo quanto conquistato) perchè la riprogrammazione delle scuole di specialità effettuata dal Miur è avvenuta su indicazione di una commissione del ministero della Salute. Secondo quanto riporta il comunicato emanato dal Bo «la scuola di Cardiochirugia di Padova potrà continuare la sua attività in piena autonomia» anche se, tuttavia, Verona continuerà ad avere il ruolo di capofila e la sede amministrativa.


Il rettore Zaccaria dalla gita romana ha portato a casa «un'equa distribuzione dei contratti» (tanti studenti a Padova, tanti a Verona) ed una promessa: l'anno prossimo «si prevede un'intesa preliminare tra Padova e Verona, che assicuri a Padova un pieno riconoscimento per quanto riguarda la gestione della scuola anche sul piano della forma oltre che su quello della sostanza». Quest'anno invece «sulla base di un accordo tra ministro Fazio e ministro Gelmini, verrà emanata una disposizione speciale che, modificando la situazione derivante dal precedente decreto, regolerà i rapporti tra i due atenei in modo tale da assicurare un'equa distribuzione dei contratti di formazione tra Padova e Verona, che il ministro ha assicurato (per quanto riguarda la Cardiochirugia, ndr) saranno due per ciascuna sede e potranno aumentare con i contratti aggiuntivi attribuiti dalla Regione Veneto».


Il Miur infatti aveva destinato quattro borse a Verona e nemmeno una a Padova: Fazio ha rimesso equilibrio, ma le sedi capofila restano invariate. Fazio ha assicurato a Zaccaria che il prossimo anno sarà garantita una puntuale applicazione dei criteri di assegnazione delle scuole. Le dichiarazioni dei rettori si sono fatte attendere fino al tardo pomeriggio, covate nel corso dei viaggi di ritorno alle rispettive sedi. Mazzucco ha definito quella odierna «una soluzione dignitosa, anche se temporanea». Secondo il rettore di Verona il gran polverone sollevato da Padova ha avuto il merito di scovare criticità in altre regioni. Zaccaria invece ha sottolineato che «sono state riconosciute le buone ragioni di Padova, che non hanno mai inteso svalutare il lavoro che viene svolto a Verona. Tuttavia era giusto che il Bo fosse riconosciuto come sede di prestigio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova