«Se sono così cattivo è colpa del Manfredini»

Este: lezione-show di Vittorio Sgarbi nell’istituto salesiano dove frequentò il ginnasio 50 anni fa

ESTE. Mezzo secolo dopo, Vittorio Sgarbi è ritornato nell’istituto salesiano Manfredini di Este, la scuola in cui ha frequentato i due anni del ginnasio, ed è stato un vero show davanti ai 300 studenti. Doveva essere una celebrazione dell’adolescenza estense e una lectio dedicata al Caravaggio, invece l’incontro di ieri mattina si è trasformato in un racconto irriverente del critico d’arte degli anni delle imposizioni, seguito con grande attenzione. «Ero già un bullo», ha raccontato. «Un pomeriggio invitai una ragazzina sull’autoscontro, in centro a Este e alla fine del giro arrivò don Bonato, con la tonaca lunga da prete, e mi disse “Salgo io”. E io: “Ma vaff..! Ma che c...o vuoi da me!”. Poco dopo mi sospese perché mi trovò a leggere “Senilità” di Italo Svevo, un libro proibito. L’allora preside, don Silvino Pericolosi, convocò i miei genitori: potevamo leggere solo “Pinocchio” e “Cuore”. Ho cominciato ad amare la letteratura qui a Este, perché me l’hanno proibito».

Sgarbi ha quindi stuzzicato gli studenti parlando di autoerotismo: «Non fornicare qui in collegio voleva dire non fare atti impuri. Il prete ci confessava e chi chiedeva “quante volte?”. Io rispondevo cinque e poi me ne facevo altre cinque. Se sono così cattivo lo devo proprio al Manfredini: ero troppo frustrato a star qui», ha provocato Sgarbi, ricordando in realtà come gli anni passati a Este siano stati fondamentali nel suo percorso di approccio all’arte.

Nell’arco dell’incontro, l’opinionista e scrittore non si è risparmiato, dando scherzosamente della “capra” all’attuale direttore dell’istituto, reo di avergli sottoposto un’opera d’arte attribuendola erroneamente al Caravaggio, tra la complicità dello stesso salesiano e l’ilarità degli studenti. E ha dispensato invettive contro Alba Parietti, Bruno Vespa, Sandro Bondi e Marco Masini. Il critico, che ha offerto agli studenti anche una curiosa “teoria delle parolacce” ha quindi illustrato ai ragazzi due opere come il “Narciso” di Giovanni Antonio Galli, detto lo Spadarino, e la “Vocazione di San Matteo” di Caravaggio. Al termine dell’incontro ha voluto riproporre un gesto che lo colpì proprio durante la permanenza nel collegio salesiano: «Un giorno venne al Manfredini un politico italiano. Non ricordo nulla di quello che disse. Ricordo però che alla fine della lezione si mise in fondo all’aula e diede la mano ad ognuno degli studenti presenti in sala. Era Aldo Moro. Certo, era propaganda anche quel gesto, ma a me rimase impresso. Vorrei fare la stessa cosa oggi». Alle porte dell’auditorium, quindi, Sgarbi non si è negato a selfie e video col cellulare con tanto di «capra!» a richiesta. Il critico d’arte ha inoltre assicurato al sindaco Roberta Gallana la propria presenza per una serata dedicata alla pala del Tiepolo, lontana dal duomo per un restauro ormai da quattro anni.

Nicola Cesaro

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