Secessionisti, prime scarcerazioni: fuori Meneghelli, Pizzo ai domiciliari

VENEZIA. Il Gip di Brescia ha disposto, oggi, la scarcerazione di Andrea Meneghelli, uno degli arrestati nell'inchiesta della procura di Brescia sui secessionisti veneti. A renderlo noto il legale di Meneghelli, Luca Pavanetto, che difende anche Lucio Chiavegato, leder del movimento 9 dicembre (ex forconi) nel Veronese, e Corrado Turco, entrambi in carcere a Verona. Secondo Pavanetto, il Giudice ha accolto la tesi difensiva secondo cui Meneghelli avrebbe sì idee venetiste ed indipendentiste ma «ben lontane - dice il legale - dall'uso della violenza e delle armi con la sola intenzione di aprire un dibattito ed un confronto politico per il Veneto». «In pratica - secondo Pavanetto - Meneghelli ha espresso solo delle libere idee senza commettere alcun reato ed in linea con l'Art. 21 della Costituzione sulla libertà di espressione». Pavanetto si è detto fiducioso anche per gli altri due assistiti, Chiavegato e Turco, che, a suo dire, sarebbero nella stessa posizione. Nel frattempo un'altra secessionista, Erika Pizzo, è uscita dal carcere ed è stata posta ai domiciliari.
Intanto il sedicente «Governo Veneto» presieduto dal venetista veneziano Albert Gardin ha inviato una lettera una lettera al Presidente del consiglio Matteo Renzi in merito alla dichiarazione fatta da uno degli arrestati nell'inchiesta sui secessionisti, Luigi Faccia, che si è detto «prigioniero di guerra» e chiede il rispetto di questo status per l'indagato e «la sua immediata consegna nelle mani delle autorità venete».
Nella missiva si ricorda che alla luce di questa dichiarazione «il Governo Veneto si sente chiamato in causa direttamente». «Infatti, l'attività resistenziale espressa nello specifico dalla costruzione di un congegno di tipo militare, seppur verosimilmente simbolico - scrive Gardin -, esprime chiaramente un impegno patriottico veneto a contrastare l'occupazione 'italianà della Repubblica Veneta. È dovere del Governo Veneto di assumere la difesa dei patrioti che agiscono onorevolmente in difesa della Repubblica Veneta». «Luigi Faccia, affermandosi 'prigioniero di guerrà - prosegue la lettera -, si dichiara cittadino della Repubblica Veneta e non cittadino italiano. Una distinzione che deve essere recepita, capita e rispettata dalle Autorità italiane». «Il Governo Veneto chiede pertanto al Governo Italiano di non procedere giudizialmente contro i patrioti veneti - conclude Gardin - perchè questi non agiscono da cittadini italiani contro lo Stato italiano, ma da cittadini veneti contro l'occupazione indebita e illegittima che perdura da oltre duecento anni della Repubblica Veneta. I? Governo Veneto chiede dunque al Governo della Repubblica d'Italia il riconoscimento e il rispetto dello status di prigioniero di guerra per Luigi Faccia».
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