Selvatico, classi trasferite tra via Crescini e Belzoni
La dirigente ha confermato al collegio docenti che aule e laboratori si spostano Per quest’anno saranno distribuiti fra l’ex scuola professionale e la succursale

Mancano sei giorni al suono della prima campanella e gli studenti e i docenti del liceo artistico Pietro Selvatico, edificio storico della città progettato da Giuseppe Jappelli nel 1821, non sanno ancora dove e come dovranno frequentare le lezioni. Lunedì mattina, dalle 9 alle 11, la nuova preside reggente, Annelise Squizzato, dirigente titolare all’Ic di Cadoneghe, ha guidato il primo collegio docenti e ha aperto subito un dialogo con i docenti, ma ha anche detto che non può prendere una posizione ufficiale sui lavori di ristrutturazione se prima non avrà letto tutto il fascicolo che le è stato lasciato in eredità dal preside precedente, Walter Rosato.
Da parte loro i docenti hanno ribadito la loro netta contrarietà al trasferimento di numerose classi del triennio nell’ex sede della scuola professionale Ettore Bentsik in via Crescini. Quasi tutti i professori sono rimasti con l’amaro in bocca. Chi risponde al centralino della scuola di Largo Meneghetti si limita a dire che gli orari e le sedi dei primi giorni di scuola saranno resi noti attraverso il sito internet della scuola. In linea di massima già si sa che le classi del biennio andranno a scuola alla succursale di via Belzoni, che sarà ancora la sede per gli studenti del triennio dei settori Moda e Design, Oreficeria, Scenografia, Architettura e Scultura. Nelle aule dell’ex Bentsik, invece, dovrebbero andare gli studenti delle materie letterarie.
Ma il problema più grave ancora da risolvere è quello dei laboratori, in particolare gli spazi da dedicare alle lezioni di arte orafa.
In base a quanto è stato reso noto da Luciano Salvò, consigliere delegato all’Edilizia scolastica della Provincia, sembra che il laboratorio di oreficeria sarà temporaneamente spostato nella succursale di via Belzoni. «Ci è sembrata la soluzione migliore», conferma Salvò, «le 8 aule dell’ex Bentsik sono troppo piccole per ospitare un laboratorio orafo. So benissimo che la chiusura del Selvatico non piace né ai docenti né a tanti padovani che giustamente lo considerano uno dei simboli storici ed artistici della città e dove, tra gli altri, sono andati a scuola anche grandi artisti come Amleto e Donato Sartori, Luigi Strazzabosco, Sergio Rodella ed Elio Armano. Ma il dato di fatto è che non si può fare altrimenti perché l’edificio è pericolante e non rientra nei criteri di sicurezza previsti dalle normative nazionali».
Felice Paduano
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