Selvazzano cerca posto tra i nobili

Lo stemma comunale sarà affiancato dal blasone di una famiglia del 1300
SELVAZZANO. A sinistra lo stemma del Comune. Sopra l’antico scudo della famiglia Selvazan. Qui accanto il sindaco Soranzo (al centro)
SELVAZZANO. A sinistra lo stemma del Comune. Sopra l’antico scudo della famiglia Selvazan. Qui accanto il sindaco Soranzo (al centro)
 
SELVAZZANO.
Sembrava una formalità il passaggio in consiglio comunale del blasone di Selvazzano, reperito dopo ricerche storiche, da affiancare allo stemma cittadino. Invece ha scatenato la polemica e acceso gli scambi di battute tra maggioranza e opposizione.
 Maria Elda Muzzani, della lista civica Amica, assieme ai consiglieri del Pd Paolo Fortin e Fabio Biasio, e dell'IdV Paolo Bertasi, ha contestato l'adozione del blasone della famiglia «da Selvazan» risalente al 1300: uno scudo argenteo attraversato da una banda nera su cui spiccano tre aquile dorate  L'aria si era già riscaldata quando il consigliere del Pdl Claudio Garzin, aveva definito «pornografico» il sito della civica Amica aveva invitato Muzzani «a restare a casa a fare la calza». «Garzin ha parlato in italiano, stupendo tutto l'uditorio che lo riteneva incapace di articolare suoni intellegibili ai più» ha commentato la consigliera.  «Che il percorso dell'amministrazione Soranzo fosse in salita si è dimostrata una convinzione fondata, le minoranze sono riuscite a chiosare persino sull'adozione dell'antico blasone della città con motivi pretestuosi», ha affermato il vicesindaco Giacomo Rodighiero.  L'opposizione ha spiegato il suo «no» parlando di spreco di denaro per stampare l'anacronistico blasone, in aggiunta allo stemma comunale. Lunga la disquisizione della Muzzani che tra l'altro ha affermato: «Selvazzano non ha avuto un'epoca comunale, una propria autonomia cui rifarsi. Inoltre vedendo da vicino la famiglia da Selvazan si scopre che si è anche messa al servizio di Federico II, famoso per voler restaurare l'autorità imperiale contro le nascenti autonomie». Muzzani ha aggiunto infine la contrarietà ad affiancare allo stemma un elemento nobiliare non rappresentativo su cui spiccano il colore nero e le aquile da sempre sono state simbolo di potere e di sopruso.  Ma il consiglio ha poi votato sì all'adozione del blasone.

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