Selvazzano, Fip svende crediti per salvarsi, 127 milioni all’asta a un decimo

Sono costi aggiuntivi e contestati maturati nell’esecuzione di lavori pubblici  L’azienda in concordato cerca liquidità per pagare i debiti e provare a ripartire 
MARIAN-FOTOPIRAN-SELVAZZANO-PRESIDIO LAVORATORI FIP
MARIAN-FOTOPIRAN-SELVAZZANO-PRESIDIO LAVORATORI FIP

SELVAZZANO. Con 11 milioni di euro si possono acquistare 127,3 milioni di euro di crediti che Fip Industriale vanta, riconducibili a riserve (richieste aggiuntive di pagamento) su appalti pubblici. Un affare? Sì, ma riservato solo a pochi, ma soprattutto un “termometro” sulla crisi dell’azienda del gruppo Mantovani diventata famosa per aver realizzato le cerniere del sistema Mose. Dei fondi d’investimento avrebbero già manifestato il loro interesse in modo concreto e sono pronti a battagliarsi con rialzi di 100 mila euro.

Asta pubblica

Già perché questa è un’asta pubblica bandita dal tribunale di Padova. Fip è in concordato di continuità e ha la necessità di monetizzare. Da qui la decisione di procedere con un’asta, avvallata dal tribunale. Una scelta evidentemente sofferta ma necessaria. La procedura è in blocco e pro soluto, ossia il cedente non risponde dell’adempimento del credito ma solo l’esistenza del credito stesso, il nomen verum. Il monte crediti che viene ceduto è costituito da riserve di molteplici contratti di appalti pubblici con l’Anas ma non solo.

Lavori con più spese

Si tratta di appalti pubblici, soprattutto per la realizzazione di opere stradali e viadotti, nei quali per svariati motivi (la richiesta del committente o sopraggiunte necessità emerse in corso d’opera) Fip ha chiesto il pagamento di una somma maggiore rispetto a quella di aggiudicazione. Su queste riserve non c’è stato accordo – come detto si tratta di numerosi appalti – e si è arrivati a delle cause, tuttora in corso. Questi crediti andranno al miglior offerente e l’aggiudicazione avverrà all’udienza del 20 settembre prossimo davanti al giudice Maria Antonia Maiolino.

La scelta

Cosa spinge Fip ad incassare 11 milioni di euro rinunciando per sempre a crediti (anche se in contenzioso) per 127 milioni? L’incombente necessità di monetizzare, di far cassa per pagare i debiti e provare a ripartire: meglio un uovo oggi che una gallina domani. Soprattutto perché il domani potrebbe essere tardi. Fip Industriale Spa, con sede in via Scapacchiò 41 a Selvazzano è stata ammessa dal tribunale al concordato con riserva il 6 settembre 2018. Come risulta dai decreti pubblicati dal tribunale, Fip è integralmente controllata da Serenissima Holding (cassaforte della famiglia Chiarotto) e conta due rami d’azienda: il primo opera in campo edilizio; il secondo è attivo invece nell’ambito delle attività meccanica ed è in affitto d’azienda dal primo giugno 2018 alla società Fip Mec Srl, integralmente controllata dalla Fip. La società attribuisce la propria grave difficoltà alla generale crisi che ha coinvolto l’edilizia, in particolare quella pubblica e ai generalizzati ritardi nei pagamenti. Una crisi – è la posizione della società – figlia anche del commissariamento del Consorzio Venezia Nuova, impegnato nel Mose e verso cui Fip vanta ingenti crediti per commesse (pende un decreto ingiuntivo per 9, 8 milioni di euro, opposto dal Consorzio stesso. —


 

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