Senza colpevole l’omicidio dell’immobiliarista Moressa

PIOVE DI SACCO. Il delitto di Angelo Moressa è un cold case, ovvero un delitto irrisolto. Con tanto di timbro ufficiale. L’inchiesta va in archivio con un decreto firmato dal gup di Padova Cristina Cavaggion, datato 3 giugno e depositato in cancelleria il 10. L’unico indagato per il delitto dell’immobiliarista – Leopoldo Mantoan, 35 anni di Piove, difeso dall’avvocato Emanuela Giraldo - può tirare un sospiro di sollievo. Al contrario dei familiari della vittima, costretti a convivere con il dolore del lutto e la sofferenza di sapere un assassino – o degli assassini – impuniti e in libertà.
Le motivazioni. Il gip ha disposto l’archiviazione del procedimento su richiesta dello stesso pm Maria D’Arpa che aveva coordinato l’indagine mai arrivata a capo di nulla, nonostante l’iscrizione nel registro degli indagati di Mantoan. E nonostante l’opposizione a tale richiesta presentata dai familiari della vittima. «Eventuali indagini suppletive» scrive il gip Cavaggion nel decreto di archiviazione, «peraltro nemmeno specificatamente richieste dalle persone offese, risultano a questo punto superflue al fine del decidere, essendo esaustivo il quadro probatorio acquisito agli atti a seguito anche degli approfondimenti investigativi seguiti all’ordinanza di supplemento istruttorio richiesto dal gip... Condivisibile risulta la motivazione del pm alla richiesta di archiviazione... Le lunghe indagini, da ultimo le intercettazioni e la perizia svolta in sede di incidente probatorio, non offrono elementi sufficienti a ritenere attribuibile il delitto di omicidio all’odierno indagato» specifica il giudice. «È certo che Mantoan avesse motivi di rancore verso il deceduto, anzi una vera e propria ossessione, come palesato non solo in occasione del tentativo di incendio del 4 ottobre 2006, ma da ultimo anche nella vicenda del furto e occultamento, il 17 luglio 2012, della bara di Angelo Moressa. Peraltro al di là delle considerazione che si possono svolgere sull’esistenza di un “movente” dell’omicidio in capo a Mantoan, è condivisibile quanto scrive il pm nella sua richiesta di archiviazione circa il fatto che “nessuna prova concreta, oggettiva, che inequivocabilmente colleghi il Mantoan a quanto accaduto la sera del 9 ottobre 2005 a Piove di Sacco è emersa nei confronti dell’indagato”».
Il delitto. È il pomeriggio di domenica 9 ottobre 2005 quando l’immobiliarista viene massacrato con una quindicina di coltellate nell’ufficio della sua ditta, la Edilmor, in via Cavour. Avrebbe dovuto incontrare una persona e fare rientro a casa. Ma a casa non è più tornato. Sul delitto sembra stia calando il sipario ma improvvisamente, grazie a una serie di intercettazioni, si concentrano i sospetti su Mantoan: la sua famiglia aveva perso una pesante causa civile in seguito a un presunto "raggiro" sulla vendita di un immobile. E per Mantoan il “responsabile” era Moressa. Il 28 luglio 2012, peraltro, il l’uomo viene arrestato per aver trafugato la bara di Moressa dal cimitero di Cambroso di Codevigo, poi recuperata lungo la riva del Bacchiglione a Correzzola: per quei reati nell’ottobre 2013 patteggia 2 anni e 8 mesi. Nel 2012 era già stato archiviato il procedimento penale a carico di un altro inquisito per l’omicidio di Moressa, l'imprenditore del mobile Severino Rampazzo, sospettato di essere il "mandante": non erano emersi a suo carico elementi validi e sufficienti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova