Sequestrate case e proprietà di Borile
Analisi anche su dieci conti correnti, che però erano vuoti: caccia al tesoretto di 3 milioni. Aggrediti anche i beni di Chinaglia

PADOVA. Dopo due anni sono scattati i sequestri patrimoniali a seguito del pasticcio da tre milioni di euro che la Guardia di finanza attribuisce a Simone Borile e alla sua gestione di Padova Tre. Tasse gonfiate dell’asporto rifiuti di 52 Comuni della provincia hanno generato un tesoretto da 3 milioni e 300 mila euro che i finanzieri sperano di rintracciare. Ieri mattina all’alba i militari hanno messo al sicuro un patrimonio di circa un milione di euro, tra case, auto e società appartenenti a Simone Borile e Stefano Chinaglia, rispettivamente ex direttore ed ex presidente di Padova Tre. Borile aveva tentato di mettere al sicuro le sue proprietà donandole a un Fondo patrimoniale.

STIEVANO - BASE DI SANSIRO A BAGNOLI DI SOPRA - 04/11/2016 - VISITA DI MATTEO SALVINI ALLA BASE.NELLA FOTO : SIMONE BORILE RESPONSABILE DELLA COOPERATIVA.PH ZANGIROLAMI
I sequestri
L’ex boss di Padova Tre ne ha avuto di tempo per escogitare un modo per schermare il suo patrimonio. Secondo quanto riscontrato dai finanzieri sono attribuibili a lui solo il 50% delle sue due case, quella di Battaglia Terme e quella di Cinte Tesino (comune di 350 abitanti in provincia di Trento). Nel momento in cui i finanzieri hanno eseguito le visure patrimoniali e catastali, si sono trovati l’ostacolo del Fondo patrimoniale. Che hanno potuto superare solo dimostrando al giudice che la cessione delle proprietà era avvenuta a indagine in corso. Dunque finisce sotto sequestro anche la casa di montagna che, secondo gli investigatori, è stata pagata in parte con i soldi prelevati dalle casse della società. Della “galassia” Borile fa parte anche la Lapis Srl con sede a Monselice in via Squero 8. Realtà imprenditoriale che si occupa della locazione di beni immobiliari con un capitale sociale di 10 mila euro e due soci: Sara Felpati (moglie di Borile) e Annalisa Ferrari. Al momento risultano appartenere a Lapis Srl tre terreni a Battaglia Terme. Sulla funzione della società nell’ambito degli affari di Borile sono in corso ulteriori accertamenti. Ieri i finanzieri hanno sequestrato il 25% del valore, la quota di proprietà dell’ex direttore di Padova Tre.
La Guardia di finanza ha messo i sigilli anche all’appartamento dove abita Stefano Chinaglia, a Piove di Sacco. E anche alle sue due auto: una Volkswagen Touran e una Fiat Qubo.
Conti correnti vuoti
Abbastanza prevedibile la scoperta fatta dai militari nel momento in cui sono andati a vedere i dieci conti correnti collegati al codice fiscale di Simone Borile. Erano tutti vuoti. Negli accertamenti di questo tipo il primo risultato è sempre riferito al saldo dei conti. Ora però parte la fase di monitoraggio dei movimenti dei mesi pregressi, il tutto propedeutico a capire dove sono finiti i tre milioni di euro chiesti indebitamente ai Comuni della provincia.
Il filone
I sequestri eseguiti ieri sono relativi a un filone ben preciso dell’inchiesta coordinata dalla procura di Rovigo, cioè quello legato all’ipotesi di reato di peculato. Borile e Chinaglia, in qualità di rappresentanti legali dell’impresa incaricata del servizio pubblico, hanno riscosso il tributo ambientale provinciale (Tap) per 3,3 milioni di euro indicandolo in bolletta, senza poi provvedere a corrisponderlo alla Provincia di Padova.
e.ferro@mattinopadova.it
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