«Sequestrati e poi venduti all’Isis da qualche banda di briganti locali»
Secondo indagini private, Luca ed Edith sarebbero tenuti in ostaggio per richiederne il riscatto: i Tacchetto pronti a partire

Luca Tacchetto e Edith Blais, scomparsi nel nulla nel corso di un viaggio in Burkina Faso, in una foto tratta dal profilo Facebook di Edith Blais..FACEBOOK EDITH BLAIS.++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L?AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA +++ ++ HO - NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++
PADOVA.
Uomini che vendono altri uomini. Briganti locali che cedono ostaggi a organizzazioni più strutturate per rapimenti a scopo di riscatto. A quasi un mese dall’ultimo messaggio di Luca Tacchetto, l’architetto trentenne di Vigonza scomparso in Burkina Faso insieme all’amica canadese Edith Blais, le indagini private della famiglia sembrano portare in questa direzione. Paradossalmente l’unica via che possa far sperare nel fatto che siano ancora vivi. Questa tesi è il risultato di una serie di contatti, accertamenti e voci raccolte sul posto tramite una fitta rete di religiosi e non, con cui la famiglia Tacchetto è in collegamento.
IL RAPIMENTO
La pista più plausibile secondo la famiglia del giovane architetto padovano è quella del rapimento. «Se a Luce e Edith fosse successo qualcosa di ancor più grave li avrebbero trovati sicuramente da qualche parte», riferiscono fonti vicine ai Tacchetto. Nonostante siano trascorsi ormai diversi giorni dalla scomparsa del 15 dicembre, la speranza che siano trattenuti da qualcuno e impossibilitati a parlare con la propria famiglia non è poi così remota. «È successo altre volte in queste zone che passasse diverso tempo prima che i rapinatori si facessero vivi». Seppur con i pochi indizi a disposizione, un’idea su quello che potrebbe essere successo la famiglia Tacchetto se l’è fatta. Un rapimento nel rapimento. «È facile che dei banditi della zona li abbiano rapiti per poi rivenderli a una banda dell’Isis». Chiaramente per una questione di soldi, magari anche molto pochi, che però in un paese come il Burkina sono tutto. E dunque ora non resterebbe che aspettare una rivendicazione, un richiesta di riscatto.

BELLUCO - FOTOPIRAN - VIGONZA - FIACCOLATA PER LUCA TACCHETTO SAN VITO
L’AUTOMOBILE ROTTA
Un nuovo elemento che spunta a distanza di tanti giorni dalla scomparsa è il motivo della conoscenza tra il francese Robert Guilloteau e la moglie e i due giovani viaggiatori, avvenuto al confine tra la Mauritania e il Mali la sera dello scorso 7 dicembre. L’automobile di Luca avrebbe avuto dei problemi di funzionamento e il francese lo avrebbe aiutato a farla ripartire. Da qui sarebbe nata la conoscenza che ha poi portato Robert a invitare a casa sua i due ragazzi. «Luca era molto previdente e aveva portato con sé dei pezzi di ricambio nel caso si fosse verificato qualche guasto». L’auto, sempre secondo fonti vicine alla famiglia, potrebbe anche essere il pretesto dell’adescamento dei due giovani da parte di qualche criminale. «Potrebbero aver trovato in Burkina Faso qualcuno a cui venderla. Se così fosse, sarebbe accaduto vicino alla capitale, perché è lì in primo luogo che dovevano arrivare per prendere il Visa Entente (visto valido 3 mesi per cinque paesi africani: Costa d’Avorio, Burkina, Togo, Benin, Niger)». Il guasto alla macchina verificatosi al confine potrebbe spiegare un’eventuale decisione di Luca di vendere l’auto prima dell’arrivo alla destinazione finale, in Togo.
Luca ed Edith scomparsi in Burkina Faso, l'ultima traccia nelle foto su Facebook
L’AVVISTAMENTO
Circa una settimana dopo la scomparsa Luca ed Edith sarebbero stati visti a Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso, dove avrebbero dovuto recarsi per il famoso visto. Oltre a questa segnalazione ce n’è anche un’altra che giunge da una guida del posto: avrebbe visto i due nel parco naturale vicino alle cascate di Banfora il 16 dicembre. Tutte le altre segnalazioni, molte delle quali si possono leggere nella pagina Facebook creata dalla mamma e dalla sorella di Edith Blais, sarebbero ritenute completamente prive di fondamento. Queste ultime sono segnalazioni che vedrebbero i due nei dintorni di Banfora, vicino al sito delle cascate che gli avrebbe suggerito di andare a visitare il francese, o addirittura al mercato del mango nel nord del Togo. Non sono attendibili. Gli investigatori invece starebbero lavorando sulla possibilità che una settima dopo il 15 dicembre si trovassero a Ouagadougou.
LA PARTENZA
Nunzio Tacchetto, ex sindaco di Vigonza, papà di Luca Tacchetto, e la sua famiglia starebbero valutando di partire per il Burkina Faso. In questi giorni si starebbero informando sulle possibilità di spostamento con i voli, la maggior parte dei quali partirebbero da Roma, per pianificare un eventuale viaggio. L’assenza di notizie certe, il dubbio che le ricerche non siano abbastanza intense e che restino per lungo tempo infruttuose molto probabilmente stanno portando i parenti dell’architetto trentenne a valutare la partenza per Ouagadougou. «Al momento non ci sono elementi concreti tali da rendere la partenza indispensabile e urgente, ma tutta questa attesa sta portando la famiglia a prendere seriamente in considerazione di andare sul posto» . —
Argomenti:caso tacchetto
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