Sequestrato palazzo Martinengo «Rischio crolli, è un pericolo»

Il provvedimento del giudice Gambardella. E il pm Dini mette sotto inchiesta il legale rappresentante della società proprietaria Renato Vanuzzo. Lo scorso settembre era caduto un balcone in via Euganea
Di Cristina Genesin
FERRO - VIA EUGANEA 53
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Un balcone del palazzo era crollato, finendo in una piazzola di sosta riservata ai disabili per fortuna nel pieno della notte. Era il 23 settembre scorso. Ma lo storico palazzo Martinengo era già in condizioni precarie da tempo, senza che la proprietà muovesse un dito. Nemmeno quell’incidente è servito a nulla. Così è intervenuta la magistratura in seguito all’esposto firmato da uno degli inquilini, Giovanni Gomiero, titolare dello studio di ingegneria Ar.Glo. Engineering, che si trova al terzo piano dello stabile. L’immobile è stato sottoposto a sequestro preventivo su ordine del gip Domenica Gambardella, spianando la strada a eventuali interventi di consolidamento d’ufficio a cura del Comune che potranno essere messi a carico della proprietà. Un sequestro sollecitato dal pubblico ministero Sergio Dini che ha indagato il legale rappresentante della società proprietaria dell’edificio Stellaria srl, Renato Vanuzzo, residente a pochi passi in Riviera Paleocapa, accusato di aver omesso l’esecuzione dei lavori indispensabili nell’immobile in rovina, di danneggiamento del patrimonio storico-artistico nazionale (palazzo Martinengo è vincolato) e di inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Di Stellaruia è socio il commercialista Alessandro Castellini, cognato di Vanuzzo. Il 10 aprile, il 3 giugno e il 4 novembre scorsi il Comune di Padova aveva indicato una serie di prescrizioni, tutte trascurate. Gli ultimi interventi di manutenzione risalgono al 2009, anno in cui è cambiata la proprietà, nonostante le costanti infiltrazioni d’acqua abbiano causato un progressivo dissesto statico dello stabile, con distacchi di intonaco sia nella facciata che nei muri interni e fessurazioni preoccupanti. All’indomani del crollo una paratia installata per trattenere eventuali calcinacci è risultata inutile. In seguito all’incidente la procura aveva già disposto un primo sequestro, annullato dal tribunale del Riesame. Nel frattempo sono andati avanti gli accertamenti giudiziari. «Gli atti d’indagine provano che le cautele necessarie per evitare il pericolo per la pubblica incolumità... non sono state adottate tanto che il 4 novembre scorso veniva emessa un’ordinanza (comunale) rimasta a sua volta inottemperata con conseguente sanzione della proprietà» scrive il gip Gambardella nel decreto di sequestro preventivo. Il giudice rileva che l’incidente di settembre è di particolare gravità, come osservato anche da un rapporto dei vigili del fuoco. Vigili che avevano intimato al Comune di adottare tutti i urgenti e necessari «per eliminare la situazione di pericolo a tutela dell’incolumità pubblica e privata». Il gip insiste: «C’è il pericolo che la libera disponibilità dell’immobile possa aggravare le conseguenze del reato (l’omissione di lavori in edificio che minaccia rovina) visto che non risulta provato che la proprietà si sia adoperata per rimuovere la situazione di pericolo». E sempre il giudice nota una «situazione di pericolo in continua evoluzione peggiorativa» confermata pure dai rilievi fotografici della polizia municipale del 14 novembre.

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