Serenissima Ristorazione elimina il bus

Protestano i 35 dipendenti del nuovo centro cottura di Boara Pisani «Con i mezzi pubblici ci vuole un'ora e mezza per arrivare da Padova»
SERENISSIMA RISTORAZIONE. Il centro di cottura di Boara Pisani
SERENISSIMA RISTORAZIONE. Il centro di cottura di Boara Pisani
 
BOARA PISANI.
Dalla prossima settimana i 35 dipendenti di Serenissima Ristorazione, in forza al centro di cottura di Boara Pisani, dovranno arrangiarsi per raggiungere il posto di lavoro. L'azienda ha infatti deciso di sopprimere il bus navetta che ogni giorno faceva la spola tra Padova e il paese a due passi da Rovigo da circa un anno, da quando cioè era stato aperto il nuovo centro di cottura.  La soppressione del bus navetta è stata accolta dalle proteste dei lavoratori, che ora lamentano trattamenti poco corretti e scarsa sensibilità da parte dei vertici aziendali. «E' la classica ultima goccia di una situazione ormai insostenibile - spiegano i dipendenti padovani -. Probabilmente la proprietà vuole sfiancarci e indurci a lasciare il posto. Molti lavorano part-time, quindi già si sobbarcano ogni giorno un viaggio di 80 chilometri per un impiego di quattro ore, retribuito poco più di 500 euro. Ora dovremmo arrangiarci a raggiungere Boara. Di andare in macchina non se ne parla, troppo costoso. Nei nostri orari, poi, non ci sono corse delle corriere di linea. E non parliamo del fine settimana, visto che noi lavoriamo anche di domenica. Senza considerare il mezzo pubblico, quando va bene, impiega un'ora e mezza per coprire il tragitto. Aggiungendo i tempi morti significa che per lavorare quattro ore saremo costretti a passarne in viaggio almeno il doppio».  Ma i motivi dello scontento non si fermano qui. I dipendenti di Serenissima Ristorazione non riescono a digerire la trattenuta di 15 euro in busta paga per «vitto e alloggio». «Ci chiediamo cosa significhi questa voce - proseguono - visto che il regolamento ci impedisce categoricamente di mangiare finché siamo in servizio. Altro comportamento inaccettabile è la scelta arbitraria della direzione di non pagare il quarto d'ora di lavoro in più. Il caso si è verificato per alcuni dipendenti in servizio all'ospedale Sant'Antonio, ai quali è stato risposto che siamo tenuti a rispettare l'orario e che se ci fermiamo anche un solo quarto d'ora in più è colpa della nostra lentezza o inefficienza. Non solo: in cucina ci viene chiesto di pulire piastre e forni anche piuttosto alti, senza le dovute misure di sicurezza».

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