Serve il Catasto austriaco per risolvere la disputa fra un privato e il Comune
CAMPOSAMPIERO. Il confine valido? Quello del catasto Austriaco-Italiano del 1853.
Costa cara al Comune la recinzione di una proprietà privata in via Zingarelle a Rustega. Nella causa per l’esatta definizione del confine, il Comune ha perso e dovrà pagare oltre 8 mila euro di spese legali. La questione risale ancora al 2014, quando il Comune ordinava a Leonardo Mistro, 38 anni, proprietario di un immobile risalente a fine ’800 e di un’area scoperta di 4 metri compresa tra la casa e la strada comunale, di demolire due tratti di recinzione ricadenti su area del demanio stradale e abusivamente realizzati perché posti a meno di tre metri dal confine della strada stessa.
Mistro, di fronte all’ordinanza comunale di demolizione, emessa su indicazione dal responsabile dell’ufficio Lavori pubblici, si era rivolto agli avvocati Luigi e Giovanna Verzotto per far valere le proprie ragioni “storiche” e di diritto. «Abbiamo cercato in ogni modo di convincere i tecnici comunali che l’area non era mai stata adibita a sede stradale, che non vi era mai passato un fossato e soprattutto che la recinzione è posizionata sullo stesso sedime della muretta originaria, esistente fin da prima degli anni 50; ma non c’è stato nulla da fare e ci siamo dovuti rivolgere al giudice per accertare che muretta e recinzione ricadono all’interno della proprietà Mistro» spiega l’avvocato Luigi Verzotto.
Per definire il confine tra fondo privato e strada comunale, il Tribunale di Padova ha fatto ricorso a una consulenza tecnica d’ufficio. Il consulente ha evidenziato la corrispondenza tra l’attuale confine recintato e quello originario riportato del catasto Austriaco (1843) ed Austro-Italiano del 1853, a differenza delle mappe catastali attuali e d’impianto (1930-1940) che riportano uno sconfinamento in area demaniale ma considerate non veritiere per un errore di stesura e adattamento.
Il giudice Francesca Zancan ha quindi sentenziato che il confine corretto è corrispondente alla recinzione attuale e il Comune, difeso dall’avvocato Sergio Dal Prà, dovrà pagare le spese.
Francesco Zuanon
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