Sessant’anni di attività per il panificio Fornasiero

Galileo, titolare dell’azienda di via Vigonovese a Camin, sarà festeggiato domenica dal sindaco Rossi e da Luca Vecchiato, presidente Federpanificatori

CAMIN. «Siamo Fornasiero, fornai anche nel nome. La storia della mia famiglia è una storia di pane buono, di profumo, di ricerca. Di grandi sacrifici, poco sonno e molte soddisfazioni».

Toccare il traguardo dei sessant’anni di attività, di cui ben cinquanta vissuti nello stesso luogo, non è da molti. A Padova le aziende che vantano un record così importante si contano sulle dita di una mano.

I sessant’anni di lavoro e il mezzo secolo di presenza continuativa a Camin, saranno festeggiati domenica prossima da Galileo Fornasiero, titolare insieme alla moglie Fidalma, dell’omonimo panificio che si trova in via Vigonovese a Camin, a pochi metri dal semaforo che funziona da crocevia per il traffico che porta a Ponte San Nicolò, Noventa Padovana e Vigonovo.

«Abbiamo iniziato per caso, alla fine della prima guerra mondiale», racconta Galileo. «Hanno cominciato i miei zii Domenico, 10 anni, e Pasquale, 11 anni, nel panificio di Corte di Piove di Sacco. Forno a legna, senza macchine, un lavoro duro fatto con tanta passione e buona volontà. Si lavorava dall'una di notte fino alle 13 dello stesso giorno. Tutto questo fino al 1928, quando Domenico e Pasquale hanno rilevato un forno chiuso, a Villatora di Saonara. In famiglia si era in tanti e così sono stati aperti altri panifici, a Valonga, a Dolo, a Vigonovo, a Camponogara. Fin dall'inizio si è puntato su un prodotto di qualità. Poi è arrivato il periodo fascista, il pane razionato, le tessere per ogni persona: 80 grammi, 120 alle donne che avevano partorito e a quelle che dovevano partorire. Il pane bianco era destinato ai ricchi, quello integrale e di segale ai poveri».

Superato il periodo della guerra, la pace porta anche il mercato libero. Il prezzo era calmierato da provincia a provincia, con Venezia che vantava le tariffe più alte. La vera rivoluzione è arrivata con la tecnologia al servizio della produzione. Macchine impastatrici meccaniche, formatrici, spezzatrici manuali, poi automatiche hanno migliorato la qualità e aumentato la produzione, sostituendo la mano d'opera.

«A Camin sono arrivato il primo aprile del 1963 e nella mia azienda ho sempre puntato sulla qualità, aggiornando continuamente le attrezzature. Due anni dopo mi sono sposato con la mia Fidalma. Non abbandonerei mai Camin, qui è la mia famiglia, il mio mondo, il mio lavoro».

Riconoscimenti a Galileo saranno consegnati domenica alle 11 nel negozio di via Vigonovese dal sindaco Ivo Rossi e da Luca Vecchiato, presidente Federpanificatori dell’Ascom.

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