Settecento in fila a Padova per fare il tampone. Boom di bambini con i loro genitori

PADOVA.
Boom di bimbi ieri in Azienda Ospedaliera per fare il tampone con un aumento degli accessi a Malattie Infettive del 30-40%. L’effetto Covid-19 il primo giorno di scuola non ha tardato a mostrare i suoi effetti. «Se in un giorno “normale” arrivavamo a fare mediamente 300-400 tamponi, ieri a metà giornata eravamo già a 700», spiega Anna Maria Cattelan, responsabile del Reparto.
Il termometro di casa che indica qualche linea di febbre, i termoscanner delle scuole che segnalano una temperatura troppo alta per entrare, un colpo di tosse di troppo e il naso gocciolante: il passaggio a Malattie Infettive per il tampone diventa inevitabile. Ieri mattina la coda per il tampone era composta per metà dai piccoli “rifiutati” dalle scuole o messi sul chi vive dal termometro accompagnati dai loro genitori. Due ore in media di fila, qualche volta di più, ma tanto il reparto accoglie tutti, fa il test immediatamente, senza prenotazione e, naturalmente, senza costi, garantendo l’esito in 36 ore. I disagi ci sono stati per tutti, per i pazienti e per i medici.
«Purtroppo questo è un problema», prosegue Cattelan, «I numeri cambiano ogni giorno e non sono prevedibili. È vero che avevamo preso accordi con i pediatri per vedere i bambini con febbre e tosse e che avremmo assicurato l’esito del tampone nel più breve tempo possibile, ma negli accordi non c’erano tutti i bambini mandati indietro dalle scuole. Restituire al pediatra un tampone negativo permette al medico di visitare il piccolo; rasserena le famiglie e non attiva il protocollo di quarantena e di tampone per tutte le persone vicine al bambino, il che significa che i genitori continuano regolarmente a lavorare. Tuttavia in questi giorni sono aumentati i pazienti con sintomatologia respiratoria e le nostre risorse non sono infinite: abbiamo risorse tarate per un determinato afflusso. Al momento grava tutto su di noi. Spero che da parte del territorio ci sia un aiuto perché noi più di così non possiamo fare».
I padovani vanno dove si sentono sicuri, dove sanno che è tutto aperto e c’è sempre qualcuno che li accoglie con grande professionalità. «Avevamo previsto un maggiore afflusso con la riapertura delle scuole», continua Cattelan, «Oggi abbiamo avuto una riunione per capire come meglio fronteggiare la situazione. Stiamo ragionando sulla possibilità di introdurre un sistema di prenotazione. I bambini sono molto più impegnativi degli adulti. Gestire un bambino non è come gestire un adulto: i piccoli piangono, hanno bisogno del genitore vicino, fare un tampone non è immediato. Infatti abbiamo chiamato personale dalla pediatria».
Una delle mamme in coda, Lorenza, spiega la decisione di fare il tampone: «Mia figlia stamattina aveva qualche linea di febbre, ho chiamato la scuola per avvisare e mi hanno consigliato di fare immediatamente il tampone. Così ho contattato il nostro pediatra che mi ha indirizzata subito a Malattie Infettive. Non mi aspettavo tanto bambini in coda. Noi ci siamo sbrigate in quasi 3 ore». —
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