Si è spenta la voce di Nando Gazzolo

ROMA. Una voce calda inconfondibile, che gli italiani hanno conosciuto attraverso star come Marlon Brando, Laurence Olivier, David Niven, Frank Sinatra, Michael Caine, Yul Brynner, Clint Eastwood e numerosissimi altri. Compreso Gian Maria Volonté, allucinato e pazzo, in “Per un pugno di dollari” e “Qualche dollaro in più”.
È morto all’età di 87 anni Nando Gazzolo, grande protagonista dello spettacolo italiano e del teatro, da Antonio e Cleopatra ad Amleto a Goldoni, Shakespeare, Pirandello, i classici greci. Il suo ruolo di testimonial dell’Amaretto di Saronno per Carosello gli regalò una enorme popolarità. Tra i lavori più recenti a teatro, “Il burbero benefico” nel 2007.
Gazzolo era ricoverato da una settimana in una clinica di Nepi - spiega la famiglia - per il complessivo aggravarsi delle condizioni in seguito anche a una frattura del femore di cinque anni fa.
Nando Gazzolo nasce a Savona il 16 ottobre del 1928, figlio del grande doppiatore Ilario Gazzolo, detto Lauro, celebre voce del vecchietto nei western, fratello di Virginio (ma di madre diversa). Sua madre è l'annunciatrice radiofonica Aida Ottaviani Piccolo. L’esordio, giovanissimo, alla radio, poi passa al teatro nel 1948, con Antonio Gandusio, e raggiunge il successo nell’Antonio e Cleopatra allestito da Renzo Ricci nel 1951. Nel 1954 interpreta Orazio nell’Amleto, messo in scena da Gassman e Squarzina con il Teatro d’Arte Italiano. Negli anni Cinquanta, come il padre, si dedica ai doppiaggi e alla tv. La popolarità arriva con il piccolo schermo, dove lega il suo volto e la sua straordinaria voce all’interpretazione di numerosi sceneggiati in bianco e nero quali “Capitan Fracassa” nel 1958, “La cittadella” nel 1964 e “La fiera della vanità” nel 1967, diretti da Anton Giulio Majano ai quali si aggiungono - fra gli altri - la fortunata serie italiana su Sherlock Holmes della quale è protagonista (1968), “I Buddenbrook” (1971), fino a “Casa Famiglia 2” (2000).
Il debutto al cinema risale al film storico “Costantino il Grande”, a cui seguiranno altri ruoli cinematografici . Ma sarà il suo timbro vocale a rimanere indimenticabile. Nel 1963 è la voce narrante di “Il mulino del Po”, sceneggiato televisivo di Sandro Bolchi. Negli anni ’70 lo si ricorda come protagonista del Carosello, testimonial dell’Amaretto di Saronno. Negli anni Ottanta partecipa come narratore ai Racconta storie, raccolta di fiabe per bambini. Non ha mai interrotto il suo rapporto con il teatro dove ha lavorato fino al 2007 è stato diretto da registi come Walter Pagliaro, Mario Ferrero, Dario Fo, Orazio Costa, Gabriele Lavia, Giorgio Albertazzi.
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