Si può giocare a carte nei bar e termoscanner facoltativo

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Dal 10 luglio nei bar di Padova e provincia, in base all’ultimo decreto governativo, è tornata la possibilità di giocare a carte. Sia con quelle trevigiane, con le quali si gioca a briscola, tresette, cava camicia, tombolone e tersilio e sia con quelle americane, con le quali ci si sfida a poker, ramino e a scala quaranta. Si consiglia di cambiare spesso i mazzi delle carte e di igienizzare spesso la superficie dei tavoli, che, naturalmente, devono rispettare la distanza di un metro l’uno dall’altro. Non si può e non si deve giocare senza mascherina: si rischia una multa pesante. Le carte italiane, tipo le Modiano, rappresentano una radicata tradizione veneta, specialmente nei bar dei piccoli paesi, dove chi vince si aggiudica un quarto o mezzo litro di vino. Tanti anni fa al vincitore andava un litro di gazzosa oppure una grappetta con la mandorla. Una volta era tradizione organizzare tornei popolari specialmente con le carte trevigiane. Erano di moda anche i gran premi di scopone scientifico. Nel comunicato, in cui si annuncia il ripristino del gioco delle carte, l’Appe smentisce anche una falsa voce, che si era diffusa nei giorni passati. «Non è vero che sia obbligatorio l’uso del termoscanner da parte dell’esercente nei confronti di chi entra nel locale», spiega il direttore Filippo Segato. «Misurare la temperatura è soltanto facoltativo. In città sono pochissimi i gestori che la pretendono ancora oggi. Questa è una scelta personale, ma non certo dettata da un obbligo di legge. Nei locali, invece, l’uso della mascherina da parte dei camerieri e degli addetti alla cucina continua a restare obbligatoria per ovvi motivi».
Sempre nello stesso comunicato diffuso ieri, l’Appe informa che si possono tranquillamente esporre i giornali sui tavoli: si consiglia solo di leggerli per pochi minuti e non di tenerli in mano troppo tempo. —
felice paduano
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