Si ricordano Barbato e i partigiani dell’Alta

Ricordare il 25 aprile significa ricordare quello che è stato e quello che non dovrà mai più essere. Con questo spirito leggono la Liberazione i gruppi dei ceppi commemorativi. Come quello di Ponte di Brenta per cui 25 aprile 1945 significa ricordo al martire socialista Silvio Barbato: prelevato il 10 giugno 1944 dalla sua abitazione e assassinato da brigatisti neri davanti alla casa del fascio di Ponte di Brenta. Ma domani, sarà anche l’occasione per ricordare gli 8 giovani partigiani della Brigata Giustizia e Libertà “Silvio Trentin” che combatterono dalla fine del 1944 ai primi giorni del marzo 1945 nei territori dell’Alta e caddero in uno scontro con reparti nazisti a Ponte di Brenta sull’argine del fiume.

Una lapide ne ricorda i nomi e il sacrificio sull’argine destro, a fianco del ponte: Sergio Fracalanza, comandante, Antonio Fiorazzo, Antonio Marchi, Guido Marchioro, Fabio Parisotto, Oscar Rampazzo, Gino Tomasin e Danilo Volpato. La stele fu eretta nel 1946 per l’amore e l’affetto della famiglia di uno di loro, Antonio Fiorazzo. «Come cittadini che vogliono mantenere la fede nella libertà, nella giustizia e nella pace, abbiamo ritenuto di dedicare questo 25 aprile ai tanti giovani partigiani», spiegano renzo Miozzo e Giambattista Bacca, i promotori. «Per ora abbiamo recuperato attraverso l’Università di Padova solo la foto di 2 di questi giovani, l’Ateneo ha conferito loro la laurea honoris causa: il comandante della Brigata Giustizia e Libertà “Silvio Trentin” Sergio Fracalanza e Antonio Fiorazzo. Ma ci riproponiamo di ritrovare foto e profili di vita anche degli altri 6. Ci ritroviamo alla lapide alle 10 di domani per ricordare la Liberazione e commemorare quegli 8 giovani». Ci saranno anche l’assessore Andrea Micalizzi e il professore dell’Università di Pisa Stefano Brugnolo. —

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