Si spacciava per ginecologo e chiedeva foto intime hard

PADOVA. Si è aperto davanti al tribunale collegiale di Padova il processo a carico di Sisto Salvatore Urgo, 33 anni, di San Forte, in provincia di Matera: è l’hacker che ha sottratto informazione dai data-base dei reparti di Ginecologia di diversi ospedali, fra cui quello padovano, contattando poi le pazienti - spacciandosi per lo specialista incaricato di seguire il loro caso - e chiedendo di mandargli foto e video delle loro parti intime.
Urgo è conosciuto dalle procure di mezza Italia per questa sua “attività”, da Bologna a Trani. Anche a Padova il trentatreenne è finito nei guai per violenza sessuale aggravata dal fatto di essersi attribuito la qualità di medico ginecologo e di aver abusato delle condizioni di inferiorità della persona offesa.
In questo caso la vittima - i fatti risalgono a luglio del 2012 - è una padovana, all’epoca ventiseienne, che Urgo ha contattato al telefono qualificandosi come ginecologo dell’Azienda ospedaliera dove lei si era rivolta due anni prima. Le ha detto di essere stato incaricato del suo caso e che voleva approfondire gli accertamenti su una infezione vaginale che le era stata riscontrata. A quel punto è scattata la trappola: il finto ginecologo ha chiesto alla ragazza di inviargli un video mentre compiva un atto di autoerotismo che si sarebbe giustificato con la «necessità di localizzare l’infiammazione». La povera vittima ci cascò in pieno e inviò il video via mail.
Le indagini, svolte dalla Polizia postale, hanno preso le mosse da una serie di denunce presentate in Emlia Romagna da nove giovani (la metà erano studentesse universitarie) contattate da un sedicente ginecologo con domande e richieste che nulla avevano a che fare con l’esercizio della professione medica. Una volta identificato il “contatto”, Urgo, si è scoperto che aveva avuto accesso agli archivi informatici dei reparti di Ginecologia di Bologna, Parma, Reggio Emilia, Modena e Piacenza. Il suo arresto avvenne il 31 ottobre del 2012.
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