Si trova i ladri in casa e li insegue: il terzetto gli sfugge per un soffio

DEVASTATA. Una delle stanze della villa razziata dai ladri e Renato Rebeschini, il padrone di casa
DEVASTATA. Una delle stanze della villa razziata dai ladri e Renato Rebeschini, il padrone di casa
 
MASSANZAGO.
Torna a casa e sorprende 3 ladri. Loro, il volto coperto da passamontagna, scappano dalla finestra brandendo i coltelli, ma lui li insegue fino a braccarli in un campo di granoturco e chiama i carabinieri. Nel frattempo arriva una Fiat Bravo azzurra che tenta di caricare i tre in fuga. Ma ancora una volta Renato Rebeschini, titolare dell'hotel Le Colombelle, riesce a impedire si dileguino. I ladri si buttano per i campi e l'auto sgomma via. Rebeschini la tallona fino all'imbocco della Sr 308, a Reschigliano, e con i carabinieri la blocca. L'automobilista, fermato e portato in caserma, è un albanese: ieri era già fuori.  Scene da film sabato mattina a Zeminiana, il paese dove Sandrino Malvestio è stato ammazzato di botte da banditi senza scrupoli per quattro soldi. Scene che fanno venire i brividi e che Rebeschini rivive con angoscia, mentre alla moglie si riempiono gli occhi di lacrime («è stato coraggioso», dice): i ladri erano armati e, se il marito fosse stato solo, forse li avrebbero anche usati, considerando che non hanno esitato a entrare in casa nonostante nella dependance ci fosse gente. Il figlio Fabio, da parte sua, si ripromette di fare il porto d'armi. Il furto ha fruttato denaro e gioielli; ci ha rimesso anche il cane di famiglia, un bulldog inglese, picchiato dai ladri. «Erano le 11 di mattina, mica notte - racconta Rebeschini - Torno a casa e il cane, che non lo fa mai, si ferma davanti alla porta della sala e abbaia. La porta, che di solito rimane aperta, è invece chiusa».  Rebeschini l'apre e si trova davanti i ladri, che si danno alla fuga nel parco della villa scavalcando la finestra. «Mi sono messo a gridare. Nella dependance c'era Diego Bertoldo che stava organizzando una festicciola, li abbiamo rincorsi». I tre sono velocissimi, saltano la siepe e si dileguano. Rebeschini sale in auto e li stana in via Zeminianella. I ladri s'infilano in un campo. Rebeschini avverte il 112 e intanto fa il giro per vedere dove sbucano.  Li intercetta in via Cavinello. Si ferma e, nascosto in auto, aspetta l'arrivo della pattuglia. Invece arriva la «Bravo» che tenta di caricarli, Rebeschini glielo impedisce e la macchina riparte, mentre i tre ladri scappano di nuovo a piedi. Rebeschini non molla, insegue l'auto fino a Reschigliano dando via cellulare indicazioni ai carabinieri.  La Bravo viene fermata prima dell'immissione sulla 308. «Peccato che quei tre l'abbiano fatta franca» commenta Rebeschini. «Ci hanno devastato la casa - aggiunge la moglie - Hanno tirato fuori e smontato tutto, perfino le scatolette dei regali, e tolto le foto per portarsi via le cornici d'argento. Sono spariti perfino degli anelli fatti con i cucchiaini, il ricordo di un'amica. Ma lo Stato dov'è? Esiste solo per caricarci di tasse?» «Diamo lavoro a 6 rumeni, bravissime persone - conclude il figlio - Non siamo certo razzisti. Ma non ne possiamo più di questa gente. Vorrà dire che ci difenderemo da soli».  

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