Si uccide Ennio Orpini, titolare dell’armeria

Maserà, un colpo di pistola alla testa nella sua camera. Aveva 69 anni, era appena uscito dall’ospedale
Di Cristina Salvato
Armeria Orpini da sx Antonio e Ennio Orpini Maserà 12.5.00 Natoli fotoPIRAN
Armeria Orpini da sx Antonio e Ennio Orpini Maserà 12.5.00 Natoli fotoPIRAN

Ha amato le armi per tutta la vita e un’arma ha scelto per darsi la morte. Ieri sera, intorno alle 19.30, l’armiere Ennio Orpini, proprietario della ”Storica armeria Orpini” di via Terradura a Maserà, ha rivolto una pistola contro di sé e ha fatto fuoco. Non c’è stato scampo per lui, che ha scelto un’arma micidiale e che, per la lunga esperienza e gli anni da perito e consulente per il tribunale, sapeva bene come mirare. A trovarlo, in camera da letto, è stato il fratello Antonio, che lo aveva appena riaccompagnato a casa, dopo un ricovero in ospedale. Ennio Orpini, 69 anni, era nato ad Albignasego. Fin da ragazzo aveva amato le armi, tanto che col fratello Antonio aveva aperto l’armeria a Maserà. Per anni è stato perito per il tribunale, consulente in numerosi processi, persino quello che aveva visto imputati i Serenissimi. Nel 2009 i due fratelli avevano ceduto l’attività, ma Ennio continuava a riparare le armi a chi si recava da lui. Era malato da tempo, tanto che l’aggravarsi delle sue condizioni di salute lo avevano costretto negli ultimi anni alla sedia a rotelle. Recentemente era peggiorato e qualche giorno fa era stato costretto a ricoverarsi in ospedale. Appunto da lì tornava ieri pomeriggio: lo aveva riaccompagnato a casa, dove viveva con la moglie Silvana, il fratello, che era rimasto a cenare con loro. Durate la cena era molto silenzioso, cosa che non era da lui: per questo, quando è salito in camera da letto, il fratello poco dopo lo ha raggiunto. Invece ecco il terribile colpo di pistola: Ennio Orpini giaceva riverso sulla sua sedia a rotelle, con il cranio trapassato dal proiettile calibro 45 della una Sig Sauer. Immediatamente è accorsa anche la moglie, la signora Silvana, ma né lei né il cognato hanno potuto fare nulla. I sanitari dell’ambulanza, non hanno potuto che costatarne il decesso, tanto che poi il corpo è stato trasportato all’istituto di Medicina legale, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Ennio Orpini, oltre alla moglie, lascia due figlie, che non vivono con i genitori. Per il suo carattere molto gioviale e simpatico, per la sua attività lavorativa e per le consulenze, era molto noto in città e provincia. Periodicamente organizzava cene, cui invitava personale delle forze dell’ordine, magistrati, politici e autorità. Forse le notizie che gli hanno dato i medici durante il ricovero non erano così confortanti e ha preferito andarsene di sua volontà. Purtroppo non si sa: prima di compiere il suo drammatico gesto, non ha lasciato scritto alcun biglietto di spiegazione né di addio.

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