Sigarette elettroniche, è caos tra permessi e divieti

Manca una normativa chiara dal ministero della Salute e i ristoratori padovani non sanno che fare. Gli autisti dei bus dicono già no, i venditori protestano
AGOSTINI TREVISO NEGOZI SIGARETTE ELETTRICHE IN CITTA', IN FOTO ''OVALE'' IN VIA CESARE BATTISTI,15, IN FOTO GLORIA EVISI
AGOSTINI TREVISO NEGOZI SIGARETTE ELETTRICHE IN CITTA', IN FOTO ''OVALE'' IN VIA CESARE BATTISTI,15, IN FOTO GLORIA EVISI

PADOVA. È un vero e proprio caos normativo quello scatenatosi attorno alle sigarette elettroniche. Una tendenza impossibile da ignorare che ha attirato migliaia di incalliti fumatori alla ricerca di un sistema efficace per perdere il vizio. Un marchingegno che permette di aspirare vapore, senza bruciare le componenti tossiche presenti nelle normali sigarette, pur mantenendo una dose di nicotina. Non produce fumo ma vapore, che in alcuni casi è anche profumato, visto i vari tipi di aromi che si possono aspirare. Per questo, sempre più di frequente, gli “svapatori”, così come viene chiamato chi fa uso della sigaretta elettronica, non hanno problemi a fumare anche nei locali chiusi.

Ma è possibile? Il Ministero della Salute si è riservato di studiare la materia, ma deve ancora stabilire una normativa. Un vuoto legislativo che ha portato a una marea di interpretazioni. Trenitalia e Alitalia hanno recentemente vietato il fumo a bordo, così come l’associazione generale italiana dello spettacolo che ha inviato una circolare a tutti gli associati disponendo il divieto dell’utilizzo all’interno di cinema e teatri. Tra i ristoratori, invece, nessuno sa come comportarsi e la conferma arriva dal segretario dell’Appe padovana, Angelo Luni: «Tanti esercenti mi hanno chiesto spiegazioni, che io ho girato alla Federazione Italiana pubblici esercizi. Mi hanno risposto che a divieto di fumo va assimilato anche questo divieto, ma siamo in attesa di una norma». Situazione simile negli autobus. Qualche giorno fa un fumatore ha segnalato che un autista dell’Aps gli avrebbe chiesto di spegnere la sigaretta elettronica. «È un caso che fa discutere», spiega il presidente di Aps holding Amedeo Levorato. «Già oggi ne parleremo con il direttore e a breve potrebbe essere inviata una circolare. A mio parere personale, in quanto vapore, dovrebbe essere assimilato al fumo e quindi vietato». In pratica, quasi dappertutto, ognuno si comporta come meglio crede.

Una confusione che ha portato decine di clienti a chiedere spiegazioni ai locali di Padova e provincia dove vengono vendute le sigarette elettroniche. «Stanno cercando di boicottarci», il parere di Angela Whung, responsabile del negozio Puff di via San Francesco. «Noi non diciamo che i nostri prodotti fanno bene alla salute, ma non esiste alcuno studio che attesti che facciano male. Anzi, tanti clienti dicono di sentirsi meglio». E le sigarette vanno, letteralmente, a ruba. «Gli affari vanno bene, ma per legge non possiamo vendere le ricariche contenenti nicotina ai minori di 16 anni. E così, più di qualche volta, approfittando del caos che si crea quando il negozio è affollato, dei ragazzini ci hanno rubato le sigarette». Molto critico anche Francesco Rizzo, che ha aperto negli ultimi mesi due negozi Smooke in città. «Capisco i cinema, magari il vapore può dare fastidio a chi guarda lo schermo. Ma si potrebbe creare un ultima fila solo per “svapatori”. Negli altri locali il divieto mi sembra assurdo. Il vapore non dà fastidio né nuoce alla salute». Concorda Eric Massaro, titolare dell’azienda Dm: «Siamo tranquilli e puliti, aspettiamo anche noi solo una norma».

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