Sinloc, l’etica che guadagna «E adesso l’ex Foro Boario»

PADOVA. Si possono fare utili anche con società sane, ispirate da principi etici e guidate da uno spirito di servizio verso la collettività. L’esempio arriva da Sinloc, la “public company” che ha come soci undici Fondazioni bancarie nazionali - con Cariparo socio di maggioranza - e che promuove lo sviluppo attraverso la realizzazione di infrastrutture locali, operando sul fronte della consulenza e degli studi di fattibilità oppure con investimenti diretti in progetti di partenariato pubblico privato. L’assemblea degli azionisti di Sinloc ieri mattina ha approvato il bilancio 2017 con cifre che giustificano i sorrisi distesi con cui i soci hanno poi brindato sulla terrazza della sede societaria. I ricavi complessivi della società hanno quasi raggiunto i 5 milioni di euro (con una crescita del 21% rispetto al 2016), i costi complessivi sono diminuiti e la gestione operativa si è chiusa oltre i 2 milioni, contro i 900 mila dell’anno precedente. L’utile, al netto di 1,2 milioni svalutazioni in società partecipate, è di 509 mila euro. E il risultato netto di esercizio porta il patrimonio per azione sopra quota 9,6 euro. L’assemblea ha infine deliberato la distribuzione di dividendi per 483 mila euro.
Nel corso del 2017 la società ha sviluppato quasi cento progetti in diverse regioni italiane e a favore di istituzioni finanziarie, imprese, fondazioni e amministrazioni pubbliche. A Padova la Sinloc ha una lunga storia di progetti “accompagnati” al successo, negli ultimi undici anni. E adesso c’è in rampa di lancio il recupero dell’ex Foro Boario, un progetto da 32 milioni di euro. «Siamo stati chiamati da Leroy Merlin a fornire consulenza progettuale», spiega l’amministratore delegato Antonio Rigon, «abbiamo accettato volentieri perché conosciamo bene l’area, eravamo stati anche promotori di un project financing qualche anno fa, quindi crediamo che si possa fare un buon lavoro e per noi questo aspetto è fondamentale». Ma a Padova Sinloc è impegnatissima, su mandato della Fondazione Cariparo, anche nell’ampliamento dell’area Cus e nel piano di trasferimento tecnologico che coinvolge la Camera di Commercio, il Comune e l’Università. «Stiamo affiancando le istituzioni locali in questa fase di sviluppo», spiega il presidente Gianfranco Favaro. «E come sempre contiamo di arrivare al traguardo perché per noi il successo e il guadagno esistono solo a progetti realizzati».
Cristiano Cadoni
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