«Sir, l’impianto non inquina» Bocciato il ricorso del Comitato
PIAZZOLA SUL BRENTA
Per la seconda volta il Consiglio di Stato dà ragione alla Sir, l’azienda di materie plastiche di via San Silvestro sotto la lente di ingrandimento dai comitati ambientalisti.
«La Sir non svolge attività in violazione delle prescrizioni Aua (Autorizzazione unica ambientale) o della legge: così ha sancito l’ordinanza di martedì, emessa dal Consiglio di Stato che ha respinto l’istanza proposta del Comitato Piazzolambiente, presieduto da Mirella Scremin, per ottenere la revoca della sentenza dello scorso anno. In quell’occasione il Consiglio di Stato aveva sospeso gli effetti della sentenza del Tar che annullava l’ Aua rilasciata alla Sir nel 2018. Viste le recenti vicende penali sul traffico illecito di rifiuti dal Sud che hanno portato all’arresto dell’ex amministratore Franco Ferramosca Domeniconi, ora scarcerato, il Comitato si è rivolto al Consiglio di Stato, dove pende ancora il giudizio di merito sull’Aua, chiedendo la revisione della sospensiva e il fermo dell’ impianto nell’ipotesi possano esserci attività illecite. Il verdetto però ha respinto l’istanza del comitato e dato nuovamente ragione alla Sir, poiché «i fatti rappresentati dagli istanti sono, al momento, suffragati soltanto da alcuni articoli di giornale».
Articoli che però hanno riportato niente più che la cronaca giudiziaria dell’operazione “Plastic connection” culminata con l’arresto di 12 persone e i sigilli su alcune aziende. «L’indagine preliminare condotta dalla competente Procura della Repubblica», recita l’ordinanza «non ha portato all’emanazione di provvedimenti o pronunce nei confronti dell’impresa o del suo legale rappresentante. La stessa Procura ha domandato il sequestro preventivo nei confronti di alcuni stabilimenti che si ritiene possano essere coinvolti nella vicenda, ma non dello stabilimento della società appellante». Il Consiglio di Stato ha dunque accolto in pieno la tesi difensiva del legale della Sir, Michele Greggio. «Il giudice di Roma, riprendendo gli atti del procedimento penale», sottolinea l’avvocato Greggio «ha evidenziato nell’ordinanza che la Sir non ha mai lavorato, trattato o introdotto nei suoi stabilimenti rifiuti plastici o ecoballe. Ha infine espressamente sottolineato come nel corso dei numerosi sopralluoghi effettuati in loco dalle competenti autorità, primo fra tutte Arpav, non è mai risultato lo svolgimento, da parte della Sir, di attività in violazione della legge o della stessa autorizzazione provinciale, come risulta dai rilevamenti e dai report di prova puntualmente inviati anche all’amministrazione comunale. Si attende ora la sentenza di merito del Consiglio di Stato, e, nel frattempo Sir continuerà la sua attività i cui limiti di emissione risultano essere più che rispettosi di quelli contemplati dalla norma, come da ordinanza del giudice romano». —
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