Sit-in contro la centrale sequestrato lo striscione

TREBASELEGHE. Protesta ieri mattina di fronte al municipio organizzata dai consiglieri di minoranza Igino Bernardi e Giuseppe Trevisan, contro il quarto impianto di produzione di biogas che viene approvato oggi dalla Conferenza di servizi convocata alle 10 in municipio. I due consiglieri con alcuni collaboratori hanno appeso davanti al municipio uno striscione con la scritta “Benvenuti nel paese del biogas. 4° impianto? Sindaco, no grazie” contestando così la politica del sindaco Lorenzo Zanon (e anche della Regione). Tecnicamente oggi, la Conferenza di servizi decide sulla Procedura Abilitativa Semplificata (PAS) presentata dalla ditta Società Centro Nord Allevamenti s.s. di Trebaseleghe, per la costruzione e la messa in esercizio di un impianto per la produzione di energia da cofermentazione anaerobica di biomasse di origine zootecnica e vegetale non costituenti rifiuto, della potenza di 100 kWe, che sarà realizzato nella frazione di Fossalta, in via Orba. Alla conferenza partecipano, oltre al Comune, Arpav, Avepa, , Ulss 15, Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Veneto, Soprintendenza peri beni archeologici del Veneto, Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, ministero per lo Sviluppo economico, Provincia di Padova, vigili del fuoco, Enel, Genio civile e Unità di progetto coordinamento commissioni servizio di pianificazione ambientale. Ieri, a metà mattina durante la protesta, sono intervenuti i vigili per far rimuovere lo striscione non autorizzato. «Alle 12.30 abbiamo tolto lo striscione. Il nostro intento era di informare i cittadini della nascita di questo nuovo impianto di biogas, il quarto in territorio di Trebaseleghe. Noi siamo contrari al biogas e a questa politica che non coinvolge i cittadini e domani (oggi, ndr) organizzeremo un nuovo sit-in di protesta davanti al municipio durante la conferenza» spiega il consigliere Bernardi. «Le case a Trebaseleghe si deprezzano, c’è un calo netto del 25% delle vendite immobiliari, superiore alla media nazionale e soprattutto il territorio diventa a rischio per la salute pubblica per lo spargimento nei campi dei digestati degli impianti. Ricordo che un mese fa un allevamento di vacche è stato decimato da un’infezione da botulino. Non è un caso che in Germania, gli impianti di biogas stiano chiudendo. Dobbiamo dire no al biogas, come stanno facendo a Scorzè» conclude Bernardi.
A sollevare dubbi sull’effettiva salubrità per il territorio e i suoi abitanti derivante dalla presenza di impianti di produzione di biogas era stato, nelle scorse settimane, l’eurodeputato di Alleanza dei liberali democratici europei (Alde) Andrea Zanoni, presentando un’interrogazione parlamentare affinché la Commissione europea indagasse sulla possibile esistenza di un rapporto causa-effetto tra la presenza di impianti per la produzione di biogas ed il botulismo nei bovini, al fine di accertare la sicurezza biologica della pratica di spargimento dei digestati residui sui terreni. Andrea Zanoni, ricordando il caso che aveva coinvolto circa 50 animali e portato al sequestro di un allevamento di Trebaseleghe da parte dell’Ulss in un’area dove sono in funzione, nel raggio di quattro chilometri rispetto all’allevamento, quattro centrali a biogas, sottolineava: «Casi di questo genere sono stati già rilevati e studiati in Germani, con conseguenti gravi rischi per la salute pubblica». Igino Bernardi, che è anche presidente dell’associazione Energia pulita, rincara la dose: «Ricordo i recenti casi di salmonella rilevati lungo il fiume Dese e il canale di scolo Trego che spesso si presenta di colore marrone. Non possiamo sacrificare il territorio, gli animali e quindi ciò che mangiamo in nome di meri interessi economici».
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