Sit-in per Pamela, brutalmente uccisa a Macerata

Giustizia per Pamela Mastropietro, e luce sulla sua storia ancora piena di ombre: la richiesta parte da Roma e raggiunge anche Padova, dove ieri, davanti alla stazione dei treni, si è svolto un sit-in in memoria della 18enne romana brutalmente uccisa e ritrovata, a pezzi, in una valigia a Macerata.
«Sono troppi i dettagli ancora poco chiari in questa storia» spiega Annalisa Zangrando, prima promotrice dell’evento e attivista dell’associazione “Noi dalla parte delle donne”. «Sono in contatto con la mamma di Pamela» continua, «oggi è a Macerata per una fiaccolata. Seguirà un evento domani (oggi, ndr) a Torino, e ancora un’altra grande fiaccolata sarà a Roma, il 13 aprile. Noi prevediamo di partire da Padova con due pullman e stiamo raccogliendo adesioni».
Il comitato padovano è nato per sostenere la famiglia romana, colpita da un lutto su cui ancora si deve fare chiarezza: «Inizialmente, secondo quanto divulgato, sembrava che la ragazza fosse morta per overdose» dice Zangrando, «ma Pamela non era una tossicodipendente: era in una comunità di recupero, ma per un disturbo psichiatrico. Inoltre, la famiglia aveva nominato come amministratore di sostegno la nonna, che avrebbe dovuto essere avvisata non appena la ragazza ha lasciato la comunità. Abbiamo preso un impegno: concentrarci sulle comunità di recupero e sui Sert, per smascherare il business che spesso si nasconde dietro queste strutture». Presenti alla manifestazione anche alcuni esponenti del Popolo della Famiglia e Sara Onichini, moglie del macellaio di Legnaro condannato a 4o anni e 11 mesi per aver sparato e ferito un ladro in fuga dalla sua casa.
Silvia Quaranta
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