Sofia morta di malaria per un “macroscopico errore umano”

Il contagio è avvenuto all’ospedale di Trento, Bibione non c’entra nulla. Lorenzin: felice comunque che non ci sia un’epidemia
Marco e Francesca, i genitori della piccola Sofia, la bambina morta di malaria a Brescia, in una foto tratta dal profilo facebook della madre. +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++
Marco e Francesca, i genitori della piccola Sofia, la bambina morta di malaria a Brescia, in una foto tratta dal profilo facebook della madre. +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++

TRENTO. Sofia, la bimba di quattro anni morta di malaria, sarebbe stata contagiata all'ospedale di Trento. Secondo i periti dell'Istituto Superiore di Sanità, che hanno trasmesso alla procura di Trento le loro conclusioni, il contagio sarebbe avvenuto in ambito ospedaliero.

I tecnici escludono anche che il veicolo dell'infezione sia una zanzara: se errore c'è stato, si è trattato - commentano gli inquirenti - di una macroscopica falla nelle procedure, in sostanza un errore umano non facilmente individuabile. Si tratta di una relazione di tre pagine, molto tecnica, che conferma le dichiarazioni rilasciate nei giorni corsi dal ministro della salute Beatrice Lorenzin.

In sostanza conferma che Sofia è stata contagiata con lo stesso ceppo malarico di una delle due bambine del Burkina Faso che si trovavano al S.Chiara di Trento nello stesso periodo in cui era ricoverata la bimba. Sofia è morta il 4 settembre per malaria dopo essere stata ricoverata in tre ospedali diversi - a Bibione (Venezia), al S.Chiara di Trento e agli Spedali civili di Brescia.

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Sul caso è intervenuta anche il ministro alla Salute, Lorenzin: «Le autorità preposte cercheranno di comprendere come sia avvenuto il contagio, è una situazione particolarmente complessa ma mi sento confortata dal fatto che non vi siano focolai epidemici di malaria in giro per l'Italia. Sicuramente sull'infezione provocata dal contatto di sangue sono state scritte delle ricostruzioni molto lontane dal vero, ci sono stati invece fattori più complicati e la magistratura ci sta lavorando».

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C’è anche una nota del direttore generale dell'Azienda sanitaria di Trento, Paolo Bordon: «Sono stato informato dal presidente Ugo Rossi e dall'assessore Luca Zeni che è stata richiesta copia al Ministero della relazione sul caso di malaria consegnata alla Procura di Trento. L'Apss non commenterà nulla fino a quando non avremo visionato la documentazione».

E ancora: «La commissione che ci ha supportato nelle indagini interne composta, tra gli altri, dal professor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto nazionale delle malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, sta completando la relazione, e non appena la riceverò la consegnerò personalmente al procuratore dottor Marco Gallina - prosegue Bordon - quale contributo dell'Apss nella vicenda legata alla morte della piccola Sofia, mettendoci a completa disposizione delle autorità preposte. La verità è dovuta principalmente ai familiari della bambina, ma anche al nostro personale medico e infermieristico, che ha sempre lavorato con impegno e dedizione e che è molto provato da questa vicenda».


 

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