Softair, i “giochi di guerra” sui Colli Euganei finiscono in Procura

MONTEGROTTO. Tute mimetiche, facce dipinte con i colori militari e armi in pugno che danno tutta l’idea di poter sparare. Non sono operazioni di guerra dell’Esercito, ma gente comune che si diverte a giocare nel cuore del Monte Ceva di Turri a “Softair”, un’attività ludica basata su azioni militari.
Sbucano all’improvviso dai boschi e dai sentieri nei sabati e nelle domeniche in cui famiglie e turisti amano passeggiare per i Colli creando non pochi problemi. Anche perché la pubblica autorità nega di averli autorizzati. E c’è chi ha già presentato un esposto in Procura. Diversi turisti si sono rivolti impauriti chiedendo spiegazioni ai proprietari degli agriturismo dell’area e anche agli hotel delle terme. Specie tedeschi e austriaci, scendono dai sentieri convinti di essersi trovati davanti a vere e proprie squadriglie impegnate in esercitazioni militari. Difficile far capire che si tratta di un gioco. Più di qualche bambino, vedendosi arrivare gente incappucciata e armata, è scoppiato in lacrime correndo con terrore verso i genitori.
Insomma, un biglietto da visita che rischia di costar caro al turismo termale già traballante. Senza contare l’impatto sull’ambiente.
Il Monte Ceva è uno degli itinerari più belli e frequentati, ma soprattutto è una riserva a vincolo integrale. Significa che per il Parco Colli è difficile dare autorizzazione a queste operazioni su suolo pubblico, specie fuori dai sentieri autorizzati. Ne va della biodiversità e della flora. Tanto più che le armi del Softair sparano pallini colorati che restano a centinaia abbandonati nel sottobosco. Il fatto è stato confermato dai residenti di Turri, da alcuni albergatori e iproprietari di agriturismo.
«Questa cosa va avanti da due o tre anni, difficile che il Comune non sappia» dicono coperti dall’anonimato per paura di ritorsioni, non è questione di vietare, ma di regolamentare magari con cartelli che segnalino la presenza di queste persone. Sempre che sul Ceva si possa, cosa di cui dubitiamo. Ci sono quindi persone che girano di sabato e domenica. I turisti sono indignati, praticamente ogni weekend ci troviamo qualche austriaco che ci chiede spiegazioni. Non capiscono che è un gioco. Inoltre il Monte Ceva è carente di segnaletica, da qualche tempo un tratto del sentiero è stato deviato e fatto terminare in un fossato. Più di qualcuno è caduto, figuriamoci se trovandosi davanti anche questa gente torneranno mai in vacanza qui». Alcuni proprietari dei terreni del Ceva affermano di non aver mai autorizzato il Softair. «Se anche fossero stati autorizzati» spiegano «devono poi restare dentro i confini, invece sbucano fuori dal bosco ed escono dai sentieri dove è vietato. Ne ho incontrati alcuni sabato scorso e ho chiesto da chi fossero autorizzati. La risposta è che prima di uscire depositano una comunicazione all’ufficio protocollo del Comune senza avere problemi». Dunque, se il silenzio vale assenso, chi pratica Softair crede di essere autorizzato. Per il comandante della Polizia locale Roberto Ponchio non è così. «Come Comune sul Ceva non abbiamo mai dato autorizzazioni». Il caso è stato segnalato da alcuni residenti anche al Corpo Forestale, al Parco Colli e alla Procura.
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